
L'aveva acquistata, molti anni prima, ad un'asta: per quell'improvviso e incosulto desiderio di possesso che a volte lo assaliva di fronte a un quadro, una stampa, un libro. L'aveva contesa agli altri che la volevano, arrivando quasi a odiare il più tenace, che gliela aveva poi abbandonata a un prezzo che, corrispondendo al suo stipendio di due mesi, al momento di pagarlo gli diede un certo sgomento. Ingente non soltanto in rapporto alle sue possibilità; ma ora, per il vertiginoso crescere dell'inflazione e per il moltiplciato valore delle cose di Duerer e di ogni altro grande incisore, irrisorio.