
Firenze – Il senso del bello e dell’originale si trova in tutto il lavoro di Edi Chirumbolo. Nel suo sito scopro complementi d’arredo e accessori di moda unici, interamente realizzati a mano. Alcuni di questi oggetti ho modo di ammirarli da vicino quando vado a trovarla a casa sua per un’intervista, ambienti che ha interamente affrescato. I suoi cani e gatti partecipano alla conversazione, perfettamente consapevoli del loro ruolo di padroni di casa.
I suoi “oggetti” sono davvero unici e sembrano tutti molto accurati
“Devono essere accurati, altrimenti non ha senso farli. Sono accurate anche le cose che faccio per me, ma quando c’è un committente allora il lavoro deve essere perfetto, perfettamente curato e rifinito. ”
Potrebbe dirci qualcosa sulla collezione di borse e sugli altri oggetti
“Tra le cose che ho fatto ci sono borse e oggetti da casa, di arredo e funzionali. Produrli richiede tempo e impegno economico, perché non posso fare tutto da sola, ho bisogno della collaborazione di artigiani come falegnami, fabbri e via discorrendo. Alcune borse le ho cucite da sola, a mano, perché per realizzarle devo sapere esattamente come sono fatte, quanti passaggi richiede ogni singolo prototipo. Solo in seguito mi sono data da fare per trovare le persone giuste che, su progetto, hanno contribuito a produrre le altre.
La ricerca dei collaboratori è importante. Quando ho bisogno di un fabbro non posso accontentarmi di uno che produce finestre, le competenze di cui ho bisogno sono altre e diverse. Quindi nella ricerca dell’artigiano giusto ho necessità di molto tempo, anche perché è sempre più difficile trovarne di bravi. Sono tanti quelli che chiudono la loro attività e non passano il testimone ai giovani. ”
Durante la lunga conversazione scopro che Edi, già da piccola, come da tradizione di famiglia, ama disegnare, dipingere e utilizzare gli attrezzi. Architetto, laureata in Scienza delle Costruzioni a Firenze, con la prospettiva di lavorare nell’azienda del padre. Capita poi qualcosa di determinante per la sua carriera artistica e lavorativa: l’affresco che aveva dipinto nella sua casa, piace ad un architetto.
Gli affreschi: ci racconti come questa coincidenza influì tanto sulla sua carriera
“Questo architetto mi propose di affrescare la casa di Dalila Di Lazzaro. In quegli anni abitavo a Roma, città in cui viveva l’attrice, così decisi di impegnarmi in quest’opera che fu la prima di una serie.
Erano anni in cui si lavorava bene, si tratta dell’inizio degli anni ottanta, quando le persone spendevano, le case erano molto curate e sfarzose, e si investiva in costosi progetti architettonici. Anni in cui ho lavorato davvero tantissimo, perchè è stato un decennio in cui ciò che contava era soprattutto possedere quanto c’era di meglio. Un momento d’oro e di soddisfazione.”
Cosa è cambiato
“Le cose sono cambiate molto, anche perché all’inizio, quando ho cominciato questa attività, eravamo in pochi, anzi pochissimi professionisti. Poi piano, piano sono venuti fuori altri artisti, taluni improvvisati, che hanno sciupato il mercato con opere forse più economiche ma anche di scarso pregio.
Inoltre, ho affrescato tutta la mia casa, come si può vedere guardandosi intorno. Sono le ultime opere, ultime in tutti i sensi, perché si tratta di un lavoro faticoso.”
Lavorava su idee e proposte dei committenti?
“No, eccetto che per una boiserie in finto legno, in un contesto in stile neogotico, di solito ho sempre avuto una buona intesa con l’architetto progettista. Ricordo con piacere quel lavoro anche se fu molto duro. Fortunatamente avevo un bravissimo aiutante di nome Joseph. Lavorare con lui è stato un vero piacere perché era un professionista, molto capace. Affrescare una parete è un’attività faticosa, che impegna per tanto tempo, in un rapporto stretto a due e a distanza ravvicinata, un po’ soffocante: “tu e la parete”, indivisibili!
Di solito i committenti non sanno esattamente cosa vogliono ed è quindi necessario preparare un bozzetto per fargli intuire quale sarà il risultato”.
Se non ricordo male ha disegnato anche foulard
“E’ vero, li ho disegnati per Trussardi sempre negli anni ’80. Ripensandoci, in quegli anni ho vissuto davvero benissimo. Era un periodo un po’ da sbruffoni, la gente che poteva permetterselo amava spendere e fare bella mostra, c’era il desiderio di apparire. Per chi voleva lavorare e anche lavorare tanto era davvero un ottimo periodo. ”
Poco fa ha affermato che non è più il momento del lusso e che adesso il mercato è cambiato
“Il mercato è cambiato in Europa, ma soprattutto in Italia, mentre in altri contesti ci sono ancora persone interessate a opere di valore e di pregio, per quanto possano essere costose.”
Potrebbe dare un consiglio ai giovani che intraprendono studi artistici?
“Direi loro di non rimanere in Italia, perché è un paese che non offre molto ai professionisti.E’ brutto da dirsi ma, per quanto sia una buona cosa continuare a studiare in Italia, per poter lavorare si deve essere pronti a trasferirsi all’estero.
Per concludere la conversazione posso aggiungere qualche ovvietà? Ovvero, che è importante avere fiducia in se stessi e realizzare quello che si ha in mente, non guasta avere un po’ di fortuna e un po’ di autocritica indispensabile per capire se si sta facendo bene il proprio lavoro e se lo si sta facendo con professionalità, perché la fortuna non è sufficiente.”
Grazie Edi Chirumbolo.
Il sito web di Edi Chirumbolo mostra la sua nuova produzione di ” … pezzi unici e non ripetibili, a volte utili, a volte apparentemente privi di scopo se non quello di appagare il senso del bello e dell’originale.”
Contatti
- Sito web: Edi Reinvent <http://www.edichirumbolo.com/>
- email: info@edichirumbolo.com – edichir@gmail.com