E’ senz’altro da accogliere con soddisfazione il protocollo sottoscritto nei giorni scorsi anche da Regione, Ufficio scolastico regionale, Unione delle Province Toscane ed Unioncamere Toscana per la realizzazione di percorsi innovativi creati per rispondere alle esigenze del mercato del lavoro. Le risorse che la Provincia mette a disposizione (423mila euro per il triennio 2012 – 2014) sono destinate alla formazione dei tutor scolastici, aziendali e di rete per offrire agli studenti percorsi davvero utili per il loro ingresso nel mondo del lavoro.
Fino a pochi mesi fa, infatti, le autorità scolastiche che dovevano ottemperare alle indicazioni ministeriali che le obbligano a dare vita a questi programmi dovevano fare un grande sforzo per cercare aziende ed enti disposte ad accogliere qualche studente fortunato che poi avrebbe riportato la sua esperienza ai compagni. Quando il Consiglio regionale, nel 2009, decise di accogliere i primi dieci studenti delle ultime classi delle scuole superiori, in Toscana c’era solo qualche benemerita azienda che aveva accettato di entrare nel programma e, in Italia, soltanto nel Veneto una grande istituzione pubblica, la Giunta regionale, aveva avviato una sperimentazione di questo genere.
Eppure finalmente i responsabili dell’istruzione pubblica avevano capito l’importanza di ridurre il gap fra la scuola e il mondo del lavoro, impegnandosi a fare entrare nella formazione anche il contatto con le realtà con le quali il giovane avrà entro breve tempo a che fare. Se oggi non esistono più percorsi di lavoro automatici, ma ognuno deve in qualche modo “inventarsi” il proprio lavoro, diventa indispensabile che vengano dati preventivamente gli strumenti per farlo: partecipando direttamente, anche con quei piccoli contributi che l’esperienza ha dimostrato anche i ragazzi possono dare, prima di tutto con le loro domande ingenue che probabilmente i loro interlocutori non si sono mai poste.

La rassegna stampa del 10 luglio

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