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Klaus Mäkelä, torna sul podio del Maggio con Bruch e Mahler Spettacoli

Firenze – A distanza di poco più di un anno dal suo debutto assoluto al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e in Italia, il direttore finlandese Klaus Mäkelä torna alla guida dell’Orchestra del Maggio per un appuntamento sinfonico di grande interesse: in programma il Concerto in sol minore op. 26 per violino e orchestra di Max Bruch e la Sinfonia n. 5 in do diesis minore di Gustav Mahler. Nel corso dell’esecuzione del Concerto di Bruch il maestro Mäkelä sarà affiancato da Daniel Lozakovich, violinista svedese al suo debutto sul palcoscenico del Teatro del Maggio.

Per Klaus Mäkelä (foto), di ritorno a Firenze dopo il concerto tenuto nella cavea del Maggio l’8 settembre 2020, sarà il primo nella sala grande del teatro. In occasione del suo primo concerto furono eseguite Tapiola, poema sinfonico di Jean Sibelius e la Sinfonia n. 1 in re maggiore di Gustav Mahler. Mäkelä, che ha già raccolto il plauso unanime della critica specializzata e ha collaborato con alcune delle più rilevanti orchestre al mondo (si ricordano la Boston Symphony, la Concertgebouworkest, la London Philharmonic Orchestra e la Deutsches Symphonie-Orchester Berlin) fu ‘scoperto’ dal sovrintendente Alexander Pereira durante i mesi del lockdown nel 2020. “La mia scoperta più sensazionale è Klaus Mäkelä – dichiarò il sovrintendente – finlandese giovanissimo e da poco nominato come futuro direttore musicale dell’Orchestre de Paris. Quando mi ci sono imbattuto, sapevo così poco di lui. Mi ha molto impressionato e ho cercato quello che potevo che lo riguardasse: ciascuna sua registrazione che ho trovato l’ho ascoltata, meditandola nei dettagli, cosa che non avrei potuto fare in condizioni normali. Questo artista possiede un talento fenomenale e per questo decisi di invitarlo il prima possibile a Firenze.”

Mäkelä, che in Italia non aveva ancora avuto occasione di esibirsi, accolse con entusiasmo l’invito del sovrintendente, sottolineando l’importanza che la musica ha avuto durante le difficili settimane della pandemia: “Durante questi strani mesi, fare musica insieme si è dimostrata una delle dichiarazioni alla vita più forti che mai”.

Il concerto del 16 dicembre vedrà in apertura il Concerto in sol minore op. 26 per violino e orchestra di Max Bruch: nonostante i numerosi brani corali, una copiosa produzione cameristica, tre sinfonie e lavori strumentali di varia natura, il nome del compositore Max Bruch rimane legato a doppio filo al Concerto per violino e orchestra in sol minore n. 1 op. 26. Composto negli anni ’60 del XIX secolo, il concerto ebbe una prima esecuzione a Coblenza nel 1866 ma la consacrazione definitiva giunse due anni dopo quando Bruch, dopo aver rimesso mano alla partitura avvalendosi dei consigli del famoso violinista Joseph Joachim (il dedicatario dell’opera) lo presentò a Brema nel 1868. Da quel momento il Concerto in sol minore entrò nel repertorio dei maggiori interpreti divenendo in breve una pagina così nota – anche troppo secondo Bruch – da mettere in ombra le sue altre composizioni. Ispirato al Concerto per violino e orchestra di Mendelssohn, autore particolarmente amato da Bruch, il Concerto in sol minore reca la medesima articolazione in tre movimenti collegati senza soluzione di continuità.  Durante l’esecuzione, al fianco di Klaus Mäkelä, il violinista Daniel Lozakovich, al suo debutto assoluto sulle palcoscenico del Teatro del Maggio. Il violinista svedese, classe 2001, è già un nome affermato a livello internazionale.

In conclusione al programma della serata la Sinfonia n. 5 in do diesis minore di Gustav Mahler: sinfonia puramente strumentale, la Quinta è l’opera della piena maturità mahleriana e rappresenta lo spartiacque tra le prime sinfonie, legate al mondo fiabesco del Wunderhorn, e le ultime, segnate dall’intimo lirismo e dalle atmosfere luttuose dei lieder di Friedrich Rückert. Mahler la inizia a comporre nel 1901, anno doloroso in cui il compositore, colpito da un’emorragia, ha sfiorato la morte. I cinque movimenti della Sinfonia n. 5 formano tre grandi blocchi riconoscibili per affinità tematiche ed espressive e il clima funereo che distingue il primo blocco, formato dai due primi movimenti, è chiaramente espressione diretta della sofferenza privata dell’autore.

Foto: klausmakela.com

 

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