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La Germania e l’Europa: l’Unione regge se c’è il senso civico Opinion leader

Milano – La grandezza di una nazione sta nella capacità della sua gente di superare i mille motivi di divisione, in forza di una fondamentale fiducia reciproca e della condivisione di un interesse comune superiore. Questa capacità produce senso dello Stato, senso civico diffuso, e al tempo stesso se ne nutre. Il progetto dell’Unione Europea si basa sull’idea che qualche cosa di questo genere esista in embrione e possa essere fatto maturare fra 350 milioni di europei.

Nel nostro continente, il Paese più dotato di questa capacità è la Germania: ne è dotata al punto che ha saputo realizzare una riunificazione difficilissima con la propria parte orientale ex-comunista, superando problemi economici, finanziari e politici che parevano insolubili. Alla Germania manca forse l’appeal culturale dei Paesi anglosassoni; e certamente non è dal suo ceto politico che sta emergendo un leader capace di infiammare anche i cuori dell’Europa mediterranea; ma la richiesta, che Angela Merkel accoratamente ci rivolge, di sviluppare un senso dello Stato, un senso civico, un (almeno tendenziale) equilibrio di bilancio e una (almeno tendenziale) capacità di buona amministrazione paragonabili a quelli tedeschi, ci indica l’unico modo in cui si può costruire un governo comune dell’economia continentale. Quale che sia l’orientamento politico che vorremo imprimergli.

A ben vedere, il fascino dell’idea dell’Europa unita, che tuttora è vivo anche nella maggioranza dei popoli europei mediterranei, nasce in gran parte dall’idea di un’Europa connotata e tenuta insieme proprio da quel senso civico, da quella solidità finanziaria e da quella buona amministrazione, di cui la Germania oggi è uno degli esempi maggiori e migliori.

Dissentiamo pure su altri capitoli; ma, se vogliamo davvero l’Unione Europea, e vogliamo farne parte, non possiamo negare le ottime ragioni che ha la Germania per essere esigente su questi basilari. E, per le stesse ragioni, esserlo anche noi.

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