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La lezione da trarre dal referendum della Grecia Opinion leader

Pistoia – “Gli è facil cosa a chi esamina con diligenza le cose passate, prevedere in ogni republica le future e farvi quegli rimedi che dagli antichi sono stati usati, o non ne trovando degli usati, pensare de’ nuovi per la similitudine degli esempi.” (Niccolò Machiavelli, Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, III, 43)

La democrazia* (dal greco δῆμος (démos): popolo e κράτος (cràtos): potere) etimologicamente significa “governo del popolo”, ovvero sistema di governo in cui la sovranità è esercitata, direttamente o indirettamente, dall’insieme dei cittadini.( * Wikipedia). Il concetto di democrazia è ampio, non ne esiste uno solo, ma di fondo di tratta di arrivare ad una modalità capace di dare al popolo la potestà effettiva di governare e nella quale il rapporto tra la maggioranza e la minoranza è improntato alla reciproca tutela.

Si pensi che nell’antica Grecia la parola democrazia nasce addirittura come espressione dispregiativa, utilizzata dagli avversari del sistema di governo di Pericle. Infatti la parola  kratos, più che il concetto di governo (designato da archìa) rappresentava quello di “forza materiale” e, quindi, “democrazia” voleva dire, pressappoco, “dittatura del popolo” o “della maggioranza”. Il termine più usato dal regime ateniese,  per indicare come una condizione di parità fosse necessaria al buon funzionamento di un sistema politico, era  “isonomia” (ovvero eguaglianza delle leggi per tutti i cittadini) e “isegoria” (eguale diritto di ogni cittadino a prendere parola nell’assemblea) con susseguenti declinazioni.

Per arrivare ai tempi più moderni si può certamente far riferimento alle idee illuministe del periodo che parte da Voltaire, che ben si esprime con la sua frase famosa “Disapprovo quello che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo.” Per continuare con quello relativo alla Rivoluzione francese di cui ricordiamo il suo motto di “libertà, uguaglianza e fratellanza”. – *Sia la carta costituzionale americana del 1787 che quella francese del 1791 vertevano sul principio della separazione dei poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario). Il suffragio universale, il primato della costituzione e la separazione dei poteri sono le basi della democrazia rappresentativa- ( Wiki) La prima rivoluzione che ha dato origine alla Democrazia è stata, in effetti, quella americana ( 4 Luglio 1787) a seguire quella francese che , iniziata due anni dopo, con la ” presa della Bastiglia”.

E veniamo alla “questione Grecia”. Il risultato ha chiaramente dimostrato che il popolo “democraticamente ” ha respinto l’accordo proposto dai creditori internazionali. Bene dare la parola al popolo, meno bene non riflettere, in primis, sul perché la crisi in Grecia sia arrivata fino a questo  parossismo. Per alcuni, gli errori sono stati solo della Troika, per altri, solo della Grecia. Possiamo dire, e con coraggio, che di errori ne sono stati compiuti su entrambi i fronti? I passati negoziati tra Atene e Bruxelles, prima nel 2010 e poi nel 2011 non hanno prodotto i risultati sperati. Da una parte si pensava, in modo diviso, al risanamento economico e dall’altra alle riforme.

Ma non è stata prevista una terza area, a parere mio, indispensabile. La Grecia non ha agito a sufficienza per liberalizzare l’economia, non ha lottato contro l’evasione fiscale, né scalfito le corporazioni, e combattuto il clientelismo. E mi riferisco alle lobby degli armatori. Si è limitata a sanare, in modesta entità, riducendo salari, pensioni ( di cui sappiamo bene la criticità delle modalità ) ed il numero dei funzionari.

Una lezione per tutti? Forse si. Questa vicenda potrebbe ripetersi anche in altri stati membri nei prossimi anni. Si legge, oggi nei vari social, di come il popolo abbia avuto la preziosa occasione e cosiddetta democratica, per decidere della propria sorte. Un modesto campione di cittadini, rispetto alla popolazione europea di cui la Grecia fa parte, ha espresso solidarietà al suo leader. La spaccatura c’è, ma c’è anche molto disinteresse dato che solo il 60% si è recata alle urne. Dove alberga questa ” levata di scudi”? Al di là di fare demagogia da parte di “resuscitati” politici italiani che non perdono occasione per dimostrare chi sono, ciò che emerge è la rabbia della massa.

Il popolo, la ” massa”, come spesso viene definita, diciamolo, è composta da un insieme di persone, tutte diverse tra loro: conservatrici, reazionari, emotivi, irrazionali e facilmente pronti avvenir conquistati da ideali e politici furbi, simpatici e spregiudicati, diciamo dotati di ” carisma “. È la storia che parla, non io. Basta voltarsi indietro per capirlo altrimenti non ci spieghiamo il perché di alcune ascese al Governo in tempi remoti ( anche se oggi tutti dicono che mai nessuno ha votato” quel” qualcuno) .

La Democrazia è in crisi? Certo, da sempre. Ma è in crisi da sempre perché la Democrazia non basta, è solo un metodo, non un fine. Ecco l’equivoco in cui cadono tutti. E a noi, a cui piace tanto l’essere democratici, siamo coscienti che la Democrazia in un grande e moderno Paese, a differenza della polis di Atene di mille cittadini o della Roma repubblicana con 5000 cives, viene relegata solo alle modalità di voto? La Democrazia, di per sé, non offre idee, intelligenza, onestà e competenza, a chi, ahimè, non le ha.

Cosa occorre quindi ? Occorre elevare culturalmente i cittadini. Non c’è dubbio. Occorrono persone, disinteressate, motivate, intelligenti e colte, che insegnino di nuovo a pensare. L’illuminista Voltaire credeva profondamente nella ragione umana e nel progresso, ed era convinto che tutti i mali di cui soffre l’umanità siano dovuti alla mancanza di chiarezza mentale, all’intolleranza e al fanatismo. È stato strenuo difensore del libero pensiero contro ogni costrizione, ed ha fatto del principio di tolleranza quale idea necessaria dell’umana civiltà.

Un passaggio molto ilare ma di chiaro esempio di come anche il mondo dell’arte spiega il concetto della Democrazia lo troviamo nell’interpretazione di Eduardo :” Democrazia ? Che parola stonata ! Voi non capite, voi siete i dipendenti, io il vostro datore di lavoro. Senza voi non ci sarei io, senza me non ci sareste voi. Quindi, voi non toccate il mio, e questa è la democrazia….!

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