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La luna grandissima passava lenta sui tetti dei palazzi mangiati dal tempo Rubriche

Nel precedente articolo sul racconto “Giustizia sommaria”, Leonardo Gori racconta dell'insolita coppia Jarro e Collodi che è entrata di notte dentro il “quadrilatero” formato dall' ex Ghetto ebraico  e dal Mercato Vecchio. Per il lettore sono ancora sconosciute le ragioni che li hanno spinti a penetrare in una zona della città che può risultare pericolosa per la gente dabbene… Fra loro v'è una divergenza d'opinione sull'urgenza, calorosamente sostenuta da Jarro, di demolire l'intero quartiere. Di diversa opinione è appunto Collodi.
«La luna grandissima passava lenta sui tetti dei palazzi mangiati dal tempo, fra le torri che poggiavano sui sui resti del Campidoglio e del Foro Romano, alte e strette fra loro come canne lungo un fiume e destinqte ad essere profanate e abbattute. Jarro aveva smosso gli ambienti bempensanti di Firenze, e gruppi di audaci speculatori, con le sue inchieste sull'ex Ghetto ebraico abbandonato, divenuto da decenni rifugio per ogni tipo di delinquenti. Il Comune aveva preparato una serie di piani per un risanamento integrale, che significava semplicemente distruzione. Il suo amico, invece, vedeva le cose in modo molto diverso.
– Io vedo le Porte del Trecento, vedo i sarcofagi romani usati come pietre d'angolo di palazzi del Decimo Secolo, sogno a occhi aperti in via dei Lontanmorti, in Santa Maria in Campidoglio. E poi vedo la vita vera, quella che nemmeno tu riesci a guardare, preso dal fuoco dell'igiene e della modernità. Quei ragazzi perduti col coltello arrugginito in tasca, sono più vivi di me e te.»

dal racconto "Giustizia sommaria (1881)" di Leonardo Gori, in Cronache di delitti lontani. Hobby & Work., 2002

immagine: Telemaco Signorini, Mercato Vecchio a Firenze, 1882-83  http://it.wikipedia.org/wiki/Mercato_Vecchio

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