
Firenze – Il segretario nazionale della CGIL ha chiuso, tirando le fila, i lavori della mattina del Congresso CGIL della Toscana che si è tenuto al Palacongressi. Maurizio Landini ha messo il punto di molti dei temi che sono in questo momento sul tavolo, dal lavoro ovviamente all’autonomia differenziata, al fisco. Questo è “il momento di non avere paura. Oggi il lavoro è considerato una merce. Dobbiamo trasformare il modello sociale ed economico”.
A margine del convegno, “La questione salariale la si affronta rinnovando i contratti, cancellando contratti assurdi, ma anche facendo un’operazione di riforma fiscale vera, che riduca il carico fiscale contributivo sul lavoro dipendente, per aumentare le buste paga”, ha detto Landini.
Una politica fiscale legata a doppio filo dunque al lavoro, tanto più in una fase di inflazione come l’attuale, in cui, ha aggiunto Landini, “è il momento di ripristinare il fiscal drag, per cui le detrazioni che le persone possono fare devono essere rivalutate in base all’inflazione reale che c’è, e non in base a un’altra situazione”. Il problema che pesa, dice il leader della Cgil, tuttavia, è l’atteggiamneto del governo,”che ad oggi non ha ancora questa volontà di affrontare questi temi. Siamo di fronte al fatto che anziché aumentare la tassazione sulle rendite finanziarie, o tassare gli extraprofitti, hanno pensato bene di continuare a far pagare le tasse sempre gli stessi, lavoratori dipendenti e pensionati”.
Propositi e finalità che fanno a cazzotti col progetto del governo per l’autonomia differenziata delle Regioni. Un progetto che diventa necessariamente “una presa in giro” in “un Paese che ha delle diseguaglianze come quelle che ci sono adesso”.
“Dietro a queste idee – ha proseguito – ci vedo il tentativo di non cambiare nulla delle diseguaglianze che ci sono e di non mettere mano all’origine di queste diseguaglianze che è la finanziarizzazione dell’economia, la precarietà nel lavoro, perché c’è bisogno di nuove politiche anche industriali e soprattutto di una riforma fiscale degna di questo nome. Siamo un Paese che ha 130 miliardi di evasione fiscale, quindi il problema è questo. Allo stesso tempo, bisogna fare in modo che quelle risorse vengano spese per far crescere il Paese per tutti”.
Secondo Landini, peraltro, “siamo già un Paese che è diviso, non c’è la stessa condizione della sanità in tutto il Paese, dipende dalla regione in cui sei nato e in cui vivi. Non c’è lo stesso sistema scolastico, i diritti alla salute e all’istruzione, ad esempio, non sono due diritti che sono garantiti a tutti i cittadini come dice la nostra Costituzione”.
Infine, la guerra in Europa. Ribadisce Landini: “È il momento di far prevalere il negoziato e fermare una guerra folle che rischia in realtà di avere conseguenze pesantissime per tutti, perché il rischio nucleare è sempre più vicino”. parlando della mobilitazione annunciata per il prossimo 24 febbraio, a un anno dall’inizio della guerra in Ucraina. “Stiamo chiedendo a tutte le nostre strutture e tutte le persone di scendere di nuovo in piazza nelle varie città per dire a chi ha il compito di svolgere anche azioni diplomatiche, che è il momento di mettere in campo anche la stessa forza diplomatica che è stata messa oggi con le sanzioni o con l’invio delle armi, perché abbiamo visto che a distanza di un anno le sanzioni e l’invio delle armi non stanno fermando quella guerra, anzi, rischia di partire un’escalation pericolosissima che noi non siamo disponibili ad accettare in silenzio”. Secondo il leader della Cgil “è davvero una follia quello che si è innestato in Italia e nel mondo. Siamo di fronte a un aumento nel mondo di oltre il 110% delle spese militari. Io credo che sia una follia. In un mondo in cui le persone hanno bisogno di essere curate, di lavorare, in un mondo dove devi fare investimenti per curare l’ambiente, cambiare il modello di sviluppo, pensare che ci si difende, e non si capisce da chi, aumentando gli armamenti delle persone o addirittura investendo su armi nucleari, credo che sia una follia che vada fermata”. Inoltre, Landini mette l’accento sulla sicurezza sul lavoro, che si è accentuata con la ripresa del 2022. Parlando dell’aumento degli infortuni e delle malattie professionali avvenuto nel 2022, Landini ribadisce che i numeri rendono evidente che tutela della salute e della sicurezza sul lavoro “continuano a essere considerate un costo e non un investimento”.
La cura? Maggiori investimenti sulla formazione dei lavoratori nella fase della prevenzione del rischio, vale a dire sui servizi di medicina territoriali che in questi anni sono stati tagliati. Oltre naturlamente sugli ispettori del lavoro, al momento pochi e e poco impiegati. Ma il lavoro rihiede anche, secondo Landini, un diverso approccio anche regolamentare circa il lavoro in appalto e la precarietà. Infatti, fra i motivi che conducono al peggioramento della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, c’è senz’altro “un aumento della precarietà senza precedenti, e che in molti casi gli infortuni avvengono in aziende di piccole dimensioni, e soprattutto in aziende che sono in appalto o in subappalto”. “Questa logica che in questi anni ha liberalizzato il massimo ribasso – ha sottolineato il segretario della Cgil, parlando con i giornalisti – la pagano poi le persone sul piano dei diritti e delle tutele. Questa è una strage che va assolutamente messa in discussione”.
Per quanto riguarda l’interlocuzione col governo, si basa in buona sostanza, spiega il segretario nazionale della Cgil, su due concetti, il primo la richiesta della “selezione degli incentivi pubblici, perché non si può continuare a dare incentivi a pioggia alle imprese a prescindere da quello che fanno, da come li utilizzano”; il secondo, che riguarda la patente a punti per le imprese, ovvero “per cui le imprese dove non c’è rispetto delle norme, ci sono troppi infortuni o situazioni di questa natura, debbono essere imprese che non vengono più messe a concorrere negli appalti, o che non debbono più lavorare in quelle condizioni”.
Landini ha anche affrontato la questione dell’alternanza scuola-lavoro, che ha visto il sindacato sempre in posizioni critiche, in particolare di fronte ai numerosi infortuni, anche mortali, che hanno coinvolto gli studenti. “Non è accettabile – ribadisce Landini – che ci siano studenti che muoiono sul lavoro. Gli studenti non devono lavorare, devono studiare. Noi abbiamo chiesto a questo governo che si vada al superamento dell’obbligo dell’alternanza scuola-lavoro, perché così come è costruita è una cosa che in realtà non forma nessuno e rischia di aumentare lo sfruttamento delle persone”.