L’arte sociale di Joseph Beuys: perché ogni uomo è un artista

Firenze – Un grande artista contemporaneo al centro di un incontro avvenuto presso il Deutsches Institut di Firenze. Petra Richter, una delle più importanti studiose di Joseph Beuys, esponente dell’avanguardia artistica della metà  del secolo scorso, e Gianni Pozzi docente all’Accademia di Belle Arti, hanno discusso sull’ultimo lavoro della Richter:  “Joseph Beuys un terremoto nella testa della gente” uno studio che descrive come Beuys abbia messo in atto questa sua intenzione programmatica nelle città di Roma e di Napoli dal 1971 al 1985.

“Il punto di partenza del pensiero dello scultore ed artista d’azione Joseph Beuys – ha detto la studiosa tedesca – può essere individuato nell’effetto catalitico che l’artista riteneva l’arte avrebbe potuto avere per il progresso e la pianificazione di un futuro migliore, all’insegna dell’autodeterminazione. La sua strategia di azione artistico-politica nasce da un approccio sviluppatosi nel corso degli anni sessanta che si allontanava dall’idea di un’arte autosufficiente e fine a sé stessa per elaborare un concetto d’arte che si ampliava arricchendosi di interrogativi di natura antropologica. Un concetto in base al quale l’arte si fa contenitore di ogni forma dell’opera creativa che l’uomo produce in ogni campo della vita sociale”.

Un concetto allargato di arte – ha proseguito Petra Richter – “che Beuys andò a dilatare all’inizio degli anni Settanta in quello di ‘Soziale Plastik’ – ‘scultura sociale’, arricchendolo di questioni di carattere politico, economico e giuridico. Attraverso la propria opera e la forza rivoluzionaria dell’arte, Beuys voleva aiutare l’uomo a scorgere una via d’uscita dai sistemi orientati verso il materialismo affinché potesse, a sua volta, concorrere, in futuro, alla creazione ed allo sviluppo di una società umana. Una società cui tutti potessero partecipare. È partendo da tali basi che Beuys sviluppa la logica della propria tesi secondo cui ‘ogni uomo è un artista.’”

Le citazioni sono contenute nel libro di Petra Richter, „Joseph Beuys. Ein Erdbeben in den Köpfen der Menschen. Neapel Rom 1971-1985 “, Düsseldorf 2017; Traduzione: Francesco Simonelli (Studio Fünf).

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