
Firenze – Ha dato buoni risultati e sarà dunque rinnovato anche oltre la scadenza il progetto Lavoro Sicuro frutto dell’accordo con le Procure della Repubblica di Prato, Firenze e Pistoia, che prevede controlli a tappeto su 7.700 aziende gestite per la massima parte da cittadini cinesi. A dieci mesi dall’avvio del progetto lanciato dopo il tragico rogo della Teresa Moda che il 1° dicembre 2013 vide la morte di sette operai cinesi, i dati raccolti dai 74 ispettori assunti dalle Asl per tre anni confermano la gravità della situazione sulle condizioni di lavoro all’interno dei laboratori: due aziende su tre non sono in regola, ma nella stragrande maggioranza (83% negli ultimi quattro mesi) ottempera alle prescrizioni. “Se questo dato si mantiene nel tempo, entro il 2016 quando sarà conclusa la fase dei controlli saranno in regola nove aziende su dieci, che era l’obiettivo delle autorità regionali”, ha detto oggi il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi al termine di una riunione con i tre procuratori del territorio interessato e l’avvocato generale dello Stato, Francesco D’Andrea.
In dieci mesi , dal settembre 2014 al giugno 2015, sono stati effettuati 2.961 controlli (2100 a Firenze 1300 a Empoli e 300 a Pistoia) che hanno portato al sequestro di 286 dormitori e 138 cucine abusive, al rilevamento di 682 impianti elettrici fatiscenti e 738 macchinari pericolosi. Le sanzioni comminate hanno raggiunto la cifra di 1,2 milioni di euro. Sanzioni che poi vanno virtuosamente a coprire i costi del personale ispettivo.
Ma gli effetti positivi del progetto vanno oltre il suo obiettivo con i giovani ispettori che sono stati assunti e formati e il sostegno per l’aspetto repressivo e sanzionatorio fornito alle procure in totale asfissia per mancanza di personale, soprattutto agli uffici giudiziari di Prato, come ha lamentato il procuratore Giuseppe Nicolosi. Il protocollo prevede l’istituzione di un tavolo di monitoraggio e personale amministrativo di supporto. C’è stato anche un progetto speciale con 35 giovani del servizio civile che operano negli uffici della Procura.
Il protocollo sarà prolungato e approvato prima della pausa estiva e anche oltre il triennio previsto originariamente perché – ha detto Rossi – “bisogna continuare a stringere la vite con un’azione continuativa e ordinaria”, dal momento che, come hanno sottolineato i magistrati “senza la pattuglia è forte la tentazione di passare con il semaforo rosso”.
Nel rilevare il carattere dell’iniziativa unica in Italia, Regione e Procure sono d’accordo che, conclusa la fase di controlli sulla sicurezza, si passi all’indagine su altri due aspetti di grave illegalità che sono già stati riscontrati in questa fase, lo sfruttamento del lavoro anche minorile e l’evasione fiscale. Questo sarà possibile soprattutto grazie alla notevole banca dati che sta prendendo forma per il lavoro degli ispettori. “Non va bene che cittadini extracomunitari facciano profitti senza pagare le tasse – ha commentato ancora Rossi – noi forniamo a tutti servizi e assistenza e non è giusto che ci siano quelli che non pagano le tasse e non sic comportano secondo le regole. Si stima che l’evasione in questo settore ammonti a circa 1 miliardo di euro.