
Firenze – Stefano Mariotti ci tiene a precisare che non ama definirsi “artista”, si ritiene piuttosto un “ricercatore” impegnato nella “rappresentazione della forma del reale”.
Proviene da una famiglia di artisti e studiosi di arte. Il padre Raffaello scultore insegna storia dell’arte e il nonno lavora all’Accademia di belle arti di Firenze.
Tra gli amici di famiglia, che ha l’opportunità di frequentare da ragazzo, c’è anche Primo Conti, un “grande” del ‘900 fiorentino. Quando il padre lo accompagna nel suo studio di Fiesole per fargli vedere i suoi disegni, Conti lo incoraggia “sei bravo, sai disegnare, ma devi continuare ad esercitarti fino ad essere capace di disegnare alla perfezione queste bottiglie” gli dice.
Il padre prende sul serio il suggerimento e si fa carico della sua formazione. Lo porta a vedere le opere esposte nei musei, lo sprona a disegnare assiduamente e lo sostiene nel suo percorso.
Stefano si appassiona e affina la propria tecnica, pur continuando la sua ricerca personale che lo porta a realizzare la sua prima “tessitura” a dodici anni.
La sua ricerca creativa subisce però una battuta d’arresto negli anni in cui la gioventù mette al primo posto i bisogni di una vita sociale intensa e solo nel 2009 ricomincia a lavorare con metodo.
Nel 2010 partecipa a Fiesole alla sua prima collettiva con le opere “Tessiture” e “Graffi”.
La ricerca
“E’ difficile dire qualcosa di nuovo. Tutto è già stato fatto, tutto è stato detto” sostiene “mi limito a contribuire con quello che per me ha un senso, con un messaggio che parla di “ambiente” e di “lotta alla violenza”.
Lo dice con le sue “tessiture”, tele nascoste da fili intrecciati ad arte, che lasciano intravedere il cuore nascosto dell’artista, il suo messaggio, come in “Dal caos all’ordine blu”, dittico dal fondo arancione coperto da fili intrecciati, multicolore. Tra filo e filo della tela si crea un’armonia, ma non è l’armonia che Mariotti cerca, piuttosto intende influire sull’ambiente con i messaggi che le sue opere racchiudono.
“Definirei politici i miei quadri perché, almeno nella mia intenzione, comunicano un messaggio contro la violenza e a favore della salvaguardia dell’ambiente e del pianeta. Cerco di esprimere questi messaggi sia nelle opere Scene del crimine che in altre che narrano del viaggio dell’umanità verso una stessa meta, raffigurato come un unico punto all’orizzonte.
“Coerente con il mio messaggio ambientalista, utilizzo ogni tipo di materiale, ma soprattutto “tutto ciò quello che resta, ciò che avanza”, come questo sacco che diventerà un cuscino, una volta riempito di scarti di vario genere. E sempre coerentemente smaltisco alla discarica i detriti e i materiali di scarto che non posso riciclare”.
I maestri
“Mi sarebbe piaciuto vivere negli anni ’60 e collaborare al movimento spazialista!” afferma, alludendo a Fontana, che insieme a Capogrossi e Burri ha molto osservato, studiato e apprezzato.
“Sento di essere stato influenzato tanto da loro. E tanti altri sono stati i miei maestri, devo tutto a tutti, sia artisti di fama che perfetti sconosciuti” ammette con modestia “ho sperimentato in prima persona l’importanza della collaborazione tra artisti, e sono consapevole di quanto sia importante la condivisione”.
Mostre recenti
Il pittore fiorentino Stefano Mariotti, dopo la personale TESSITURE, presso lo SPAZIO D’ARTE L’ALTROVE di Ferrara, espone adesso a Roma alla galleria RossoCinabro, dal 7.5 – 30.5.2015 .
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Info e contatti: www.stefanomariottipittore.com