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Meeting dei diritti umani contro tutte le disuguaglianze Cronaca, Foto del giorno

Firenze – La Toscana che si batte per l’uguaglianza delle donne, “la questione in questo momento più importante”. E che saluta la scarcerazione di Patrick Zaky: “un ragazzo che ha interpretato il senso e il significato dei diritti e della libertà di ogni essere umano, noi toscani siamo con lui e lo aspettiamo”.

Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani nel suo intervento dal palco dell’auditorium di Sant’Apollonia di Firenze definisce la cornice che ha contraddistinto questo 10 dicembre, giornata mondiale dei diritti umani, in cui anche quest’anno, il venticinquesimo, Regione Toscana, assieme a Fondazione Sistema Toscana, nell’ambito di Giovanisì, ha organizzato il Meeting dei diritti umani coinvolgendo studentesse e studenti delle scuole secondarie della regione.

L’edizione 2021 della manifestazione, svoltasi in versione talk trasmesso in streaming a causa del perdurare delle restrizioni Covid, aveva come titolo “Questo genere di disuguaglianze”. Al centro ha posto il tema dei diritti delle donne. E al tempo stesso, le migliaia di ragazze e ragazzi – oltre 17mila le iscrizioni – collegati on line non hanno rinunciato a dare vita, su invito del presidente, ad un applauso ideale per la liberazione del ricercatore egiziano, raccogliendo il testimone dell’evento dello scorso anno che si era chiuso proprio con un appello al rilascio di Zaky, ingiustamente detenuto.

“Noi ci teniamo a questa giornata. Tantissimo”, ha detto Giani ricordando che il 10 dicembre, anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo delle Nazioni Unite nata nel ‘48 dopo la catastrofe della guerra, “si lega alla nostra Costituzione, che nel ‘48 entrò in vigore, e a un’altra data, il 30 novembre, in cui la Toscana celebra la decisione, primo stato al mondo, di abolire la pena di morte”.

Il Meeting si è aperto con l’assessora a istruzione, pari opportunità e promozione dei diritti umani Alessandra Nardini, che nel suo intervento ha scandito: “Le disuguaglianze e le discriminazioni che le donne ancora oggi vivono sono una violazione dei diritti umani e le disuguaglianze di genere non sono un problema delle donne, ma una problema di tutta la tutta società. Da questo incontro – ha affermato, rivolgendosi in primo luogo alle studentesse – arriva oggi un messaggio forte e chiaro: un mondo che discrimina le donne e si priva del loro talento è un mondo più povero, più ingiusto, non pienamente civile.”

L’assessora ha concluso proponendo una sorta di provocazione linguistica: ha recitato l’articolo 1 della Dichiarazione universale dei diritti umani aggiungendo accanto a “fratellanza” un’altra parola: “sorellanza”. “Non suona male, suona benissimo”, ha detto Nardini: “anche dall’utilizzo corretto della nostra lingua passa quella rivoluzione culturale, ancora largamente incompiuta, che insieme dobbiamo portare avanti”.

Sul palco, anche il consigliere per le politiche giovanili del presidente della giunta Bernard Dika.  “Grazie per questa scelta importante che dà un messaggio all’intero paese” – ha detto Dika, che ha sottolineato l’importanza del passaggio in cui l’articolo 3 della Costituzione assegna il compito alla Repubblica di rimuovere gli ostacoli che impediscono di rendere i diritti davvero uguali per tutti: effettivi: “La Repubblica sono le cittadine e i cittadine, le comunità. Spetta a noi costruire una nuova cultura di rispetto e di responsabilità “Di fronte ad atteggiamenti che faticano a cambiare – ha detto Dika rivolgendosi ai partecipanti – siate il presente e siate davvero quella generazione che cambia quello che deve essere cambiato”.

 

 

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