
Firenze – Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo ricordo di Silvano Sarti scritto da Franco Quercioli.
Ivana ci ha scritto ’con immensa tristezza’ che Silvano Sarti ci ha lasciato. E’ vero, anch’io sono triste, Silvano ci manca molto. Ma ieri sera mentre ero in Palazzo Vecchio, insieme ad altri compagni/e, con il fazzoletto dell’ANPI al collo, alla veglia in suo onore, pensavo che in realtà non era tristezza quella che sentivo, ma commozione, serenità e speranza. La sua è la morte di un Giusto, di un uomo di 93 anni che ha vissuto intensamente e che la morte ha colto ancora come lui era, rispettandolo. Una morte GIUSTA, come non avviene quasi mai. Un grande regalo anche questo e una grande fortuna conoscerlo. Ora lo portiamo nel cuore e ci fa compagnia, con la sua allegria e le sue battute di una sapienza eccezionale, sintesi acuta e gioiosa di un animo battagliero e generoso.
Silvano ha visto nascere la sezione ANPI Isolotto dedicata a Sergio Rusich e ci ha sostenuto cogliendo con grande sensibilità culturale la peculiarità di una scelta che rimetteva al centro la tragedia del popolo istriano, liberandola dalle ipoteche della destra e riaprendo una riflessione autenticamente democratica su questa pagina di storia. Un cammino lungo e difficile anche dentro l’ANPI, che lui ha compiuto con noi sempre e comunque. Il suo era un ‘intelletto d’amore’.
Silvano non vuole che noi siamo tristi.
Piangiamo pure, ma poi sorridiamo con lui e rideremo ancora alle sue battute. Sono quelle che ci danno l’energia di cui c’è bisogno oggi. La Resistenza continua. E come farla bisogna inventarlo noi.
Franco Quercioli