
Firenze – La mostra della rinascita dopo la pandemia alla Galleria Il Ponte è dedicata a Renato Ranaldi. Fino al 24 settembre sarà possibile visitare la personale dell’artista fiorentino “Pietre”, una serie di opere, frutto di una ricerca degli ultimi due anni.
Le pietre, frammenti architettonici, lastre per la lavorazione litografica, pietre di montagna o di bosco, sono le vere protagoniste della mostra. Le pietre parlano, raccontano storie immortali oppure si fanno guardare, con le loro caratteristiche peculiari come forti presenze legate alla vita sulla Terra. E hanno un peso specifico. Questa materia così invadente condivide il suo destino artistico insieme ad altri oggetti-soggetti. Un legame, o meglio una condivisione, nello spazio, di pietra e manufatti, come un bastone, una lamina di ottone, elementi in ferro o in acciaio, una tela bianca o densi grumi di colore acrilico, creano nel visitatore una forte emozione. Attraggono e respingono allo stesso tempo.
Eppure la pietra, questo suo esistere nel tempo ha una profondità nella ricerca di Renato Ranaldi.
“Incontro la pietra che mi chiama, mi seduce, è l’incanto di un’opera, così com’è, nessuno ha avuto l’ardire di plasmarla per farla diventare scultura. L’adesione spontanea a quel corpo solido è incrinata dalla proiezione di andirivieni di fascini esercitati da altre presenze minerali che hanno tutta la ragione di essere tracce estetiche di grande pregio”. Scrive l’artista in un prezioso elaborato che racconta tanto della sua attuale poetica.
Un racconto che si snoda sulle vie di montagna ma poi diventa sempre più interiore, come se passo dopo passo raccogliesse l’essenza che si cela dietro ogni sasso. Volume, scultura, feticcio.
Così tra una pietra e l’altra la riflessione si sposta sull’esistenza, sulle differenze del vivere e sulle tante dimensioni dello stare nel mondo. E sulla questione, sempre aperta, dell’Arte, in tutte le sue accezioni.
Guardando queste tredici opere di Ranaldi è facile scoprire in noi la stessa inquietudine che serpeggia nei viaggiatori in vena di scoperte artistiche. L’indagine lascia spazio a complesse elaborazioni che investono tutti campi del sapere e tornano inevitabilmente all’Arte. Un’attività creativa che Renato Ranaldi esercita da sempre con grande abilità. Fin dagli anni Sessanta è presente sulla scena artistica fiorentina insieme ad altri artisti come Eugenio Miccini, Giuseppe Chiari, Ketty La Rocca, Adolfo Natalini, Gianni Pettena, Roberto Barni. È del 1968 la sua prima personale alla galleria La Zattera di Firenze, a cura di Claudio Popovich. Dagli anni Novanta, la sua produzione plastica avviene attraverso l’utilizzo di laminati di zinco, rame, ottone, sotto forma di superfici o di nastri con piegature ottenute con modalità meccanica. Segue il ciclo dei telai in legno di dimensioni varie, spesso dipinti col colore blu reale e successivamente il ciclo della “pittura scolpita” fino alle sculture-installazioni. Affianca la sua attività espositiva con lavori editoriali, come libri e saggi su riviste di arte e letteratura.
Pietre
Renato Ranaldi alla Galleria Il Ponte
11 giugno – 24 settembre 2021
Info: info@galleriailponte.com – www.galleriailponte.com