energee3
logo stamptoscana
Edizioni Thedotcompany

Nido e infanzia, presidio sotto Palazzo: manca personale, indennità e il sistema zoppica Breaking news, Cronaca

Firenze – Ci sono tutti, lavoratrici e lavoratori, sotto Palazzo Vecchio mentre là sopra il consiglio comunale sta deliberando sulla rovente questione del resort di Costa San Giorgio. Sono gli operatori degli asili nido e della scuola dell’infanzia, che abbracciano, in un grandissimo girotondo, la politica. Una politica cui porgono, ancora una volta, le loro richieste e le criticità che li assillano, che possono essere raggruppati in tre linee: si va dalla carenza di personale, alla questione della “sparizione” di alcune idennità, alla ratio stessa del’organizzazione dell’intero sistema. Oggi, prima del presidio, si è svolto anche un incontro con l’amministrazione che sembrerebbe vedere qualche apertura per i lavoratori.

Ad organizzare il presidio, molto partecipato, sono le Rsu, che unitariamente hanno deciso di dar vita alla manifestazione. “Da molto, molto tempo ci sono molti problemi insoluti – dice Elena Ermini, Cgil – rimasti da semre inevasi, affrontati gorno per giorno con una modalità tappabuchi rispetto alle problematiche via via sollevate: dalle assunzioni, alla mancanza di sostituzioni, fino ai problemi che riguardano alcune indennità che non sono state corrisposte. Tutto ciò porta, per quanto rgiuarda una fascia delicata come i bambini nella fascia da 0 a 6 anni, a una situazione sempre più critica. Ciò che chiediamo è avere il tempo per la cura dei bambini, per mantenere questa qualità che da sempre è stata un fore all’occhiello dell’amministrazione fiorentina. Non ci vogliamo contrapporre alla nostra amministrazione; siamo contenti di essere comunali, ma vogliamo essere ascoltati, in cose anche spicciole”.

Un esempio? Eccolo: gli arredi esterni dei gardini. Con la pandemia, è stato chiesto a maggior ragione di allargare l’utilizzo del verde nel corso delle nostre attività. “Il problema è che non ci sono arredi – dice Ermini – servono i tavolini. noi ci si va, fuori, ma ci devono dare gli strumenti”. Inoltre, la criticità riguarda anche la diminuzione progressiva degli addetti ai passaggi burocratici, come spiegano i lavoratori, che si risolve in un solo modo. “Lo fanno fare a noi, che simao deputati a stare alla cura dei bambini. E’ questa la nostra funzione”. Si passa poi alle criticità “macro”, vale a dire, come dice Ermini, che sono le assunzioni e le sostituzioni. “Il personale, per quanto ci riguarda, non può essere assunto a ottobre, novembre o dicembre; serve prima, in quanto noi a settembre apriamo. Dunque, per settembre, ci dev’essere il personale e l’organico deve essere completo”. I numeri del personale dipende dal numero dei bambini e si va dai coordinatori pedagogici agli amministrativi, che devono curare aspetti importanti, come spiegano i lavoratori, di coordinamento e supervisione. “Non possono essere tre gatti – incalza Ermini – devono essere potenziati”. Un punto su cui non si fanno sconti, è quello dell’unità: “Qui siamo tutti – dicono gli operatori – ci sono tutte le bandiere”. Il manifesto srotolato porta la sigla: Rsu tutti, proprio per ribadire l’unità ferrea della rivendicazione.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso, continua la delegata per la Cgil dell’Rsu, è il non pagamento di alcune indennità, quelle di turno. si tratta di indennità da sempre corrisposte, che sono state eliminate informando i lavoratori a cose fatte. “Ci stiamo impegnando – dice Ermini – stiamo dalle sei alle otto ore al giorno con le mascherine Fp2, per stare con i bambini. A fronte dei nostri sforzi, è stata levata un’indennità di turno. Capiamo che ci sono delle ragioni legislative nazionali, però ci devono essere compensi a livello locale”. Anche perché, se così non fosse, agli operatori toccehrebbe una strana sorte: aumenta il carico di lavoro e diminuisce il compenso.

Un esempio del caos che si sta verificando: c’è stato, causa pandemia, un incremento del personale addetto alle pulizie. Si chiamano esecovid e si preoccupano delle pulizie soprattutto nel senso  delle sanificazioni e delle pulizie straordinarie. Il 23 dicembre scade il loro rapaporto di lavoro, e non sono stati ancora prorogati. Si riscia di tornare a scuola, a gennaio, senza la loro rpesenza indispensabile. O con persone diverse, il che significa, come testimoniano le educatrici, un altro sconquasso per i bambini che sono nella fascia delicatissima dei 0-6 anni.

 

 

 

 

 

 

Print Friendly, PDF & Email
Condividi
Translate »