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Patto per Firenze sicura: arrivano più pattuglie e più agenti Politica

Firenze – Un “patto per Firenze sicura” che ha già due effetti concreti:  da subito tredici equipaggi in più per il controllo del territorio (5 Polizia, 5 Carabinieri e 3 Finanza) e sul breve periodo un “significativo rafforzamento” degli organici delle forze di polizia.

Non è venuto a mani vuote il ministro dell’Interno Marco Minniti che oggi ha firmato con il sindaco di Firenze Dario Nardella la nuova alleanza con la città secondo la previsione della legge 48 del 2017. Una legge che fornisce la cornice degli strumenti attraverso i quali “i vari livelli di governo sono tenuti a cooperare per le politiche di sicurezza”, come ha spiegato il prefetto Alessio Giuffrida.

La cerimonia della firma del Patto che completa e adegua alle nuove strategie quello del 2007 è avvenuta  a Palazzo medici Riccardi alla presenza dei rappresentati delle forze di polizia, del procuratore generale e di tutte le altre autorità che sono coinvolte nella nuova visione della collaborazione.

Il Patto prevede progetti specifici per la sicurezza integrata riguardo alla sicurezza urbana individuando i settori di più alta criticità e definendo gli  obiettivo e selezionando le cose da fare insieme “in ascolto e confronto con la cittadinanza”, come ha spiegato Giuffrida. Il tutto viene coordinato da una cabina di rega in prefettura. Essenziali  per l’efficacia della collaborazione sono il continuo scambio informativo, le scelte tecnologiche come le videocamere “molto apprezzate dai fiorentini”, l’interconnessione fra le sale operative e la formazione congiunta fra operatori della Polizia di Stato e quelli della Polizia municipale.

Un esempio di collaborazione sono stati i 34 sgomberi di edifici occupati abusivamente “anche in regime più restrittivo dopo i fatti di Roma”, ha detto Nardella, che ha chiesto un aggiornamento della legislazione nazionale perché vi sia “parallelismo” fra l’azione delle forze dell’ordine e “l’applicazione di adeguate sanzioni penali” per andare incontro alla percezione di insicurezza dei cittadini provocata dai cosiddetti reati di prossimità.

Minniti ha spiegato la logica che sottostà ai nuovi Patti con le città “perché una politica di sicurezza nel paese non può essere la stessa da Bolzano a Trapani”. Occorrono elementi  di conoscenza delle realtà specifiche soprattutto per far fronte alla criminalità diffusa che crea ansia e paura: “L’unica cosa che fa fare un passo avanti è il controllo del territorio con un’alleanza strategica fra la polizia nazionale e le polizie locali”, ha detto il ministro che successivamente ha partecipato a un evento elettorale con il segretario del Pd Matteo Renzi.

“E’ un compito tutt’altro che facile quello di garantire la sicurezza di una città bella come Firenze rendendola fruibile ai centinaia di migliaia di turisti e ai cittadini, cioè senza militarizzarla”, ha detto ancora Minniti. Il Viminale da solo non può imporre la legalità, rispettando il principio di umanità, cioè senza tenere nessuno in una condizione di emarginazione. In questo quadro è da lodare la politica di accoglienza diffusa della Toscana basata su piccoli numeri che riducono le reazioni di rifiuto e diffidenza dei migranti.

Le misure annunciate sono fra quelle che vanno oltre gli interventi emergenziali: “Bisogna separare la parola emergenza, dalle parole sicurezza e migrazione: sono quest’ultime questioni strutturali . Non si devono rincorre i problemi, ma governarli”.

 

 

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Foto: da sinistra Alessio Giuffrida, Marco Minniti e Dario Nardella

 

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