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Piazzale di Trespiano, serve rampa per disabili? Ci pensino i privati Cronaca

Firenze – Il suolo è di uso pubblico ma di proprietà privata? Alla rampa per disabili ci pensino i proprietari. È questa la risposta che si sono sentiti dare dall’assessore Giorgetti gli esercenti del Piazzale a lato dell’ingresso del cimitero di Trespiano. Già oggetto di lunghe diatribe per i lavori del sottopassaggio di attraversamento della Bolognese (ad oggi per lo più inutilizzato dai pedoni) il piazzale – posto a confine con Pian di San Bartolo e con il Comune di Fiesole – ospita il fioraio, ma anche diversi esercizi commerciali molto frequentati dai residenti in zona. Negozi inaccessibili ai disabili. Posti in fila sotto un loggiato rialzato che percorre il versante nord della piazza, per raggiungerli è infatti necessario salire alcuni gradini. Qui, di strutture a norma per chi non può permettersi il privilegio dell’ascesa, non c’è neanche l’ombra. Nasce da qui l’idea dei negozianti di posizionare una comune rampa inclinata, a parziale copertura della gradinata, che consenta ai diversamente abili di poter accedere tanto ai loro negozi quanto al riparo che, in caso di necessità, il loggiato certamente offre: niente di più semplice in epoca di abbattimento delle barriere architettoniche, tanto più in un tratto della Bolognese tra i più frequentati per la presenza del più vasto cimitero della città.

Di fatto, il Piazzale è punto di arrivo e di ritorno per i visitatori di Trespiano. Qui si parcheggia l’auto e si comprano i fiori, ma non solo. Un secondo fioraio è posto proprio sotto il loggiato, accanto a un negozio di parrucchiera, una farmacia, un bar tabacchi e due marmisti. Fino ad oggi i disabili che desiderano accedere al loggiato vi vengono portati di peso e, in mancanza di braccia vigorose, attendono da basso la fine delle commissioni di amici e parenti. I proprietari degli esercizi del loggiato – suolo privato ma di uso pubblico – seguiti dal Comitato di Via Bolognese, hanno presentato al Comune di Firenze la richiesta di informazioni sulla fattibilità della rampa, probabilmente fiduciosi in una ripartizione delle spese. La risposta dell’assessore Giorgetti non ha tuttavia lasciato spazio a considerazioni salomoniche: il regolamento sull’edilizia del 2014 stabilisce che – uso pubblico o meno – se il territorio è privato, le spese gravano interamente sulle spalle dei proprietari.

La spesa approssimativa dell’opera si aggira intorno ai 10mila euro, da ripartire in maniera diversa tra 6 proprietari. “Eppure il suolo pubblico lo paghiamo!“, protestano i diretti interessati, che vorrebbero una compartecipazione alle spese almeno per i pochi metri di sviluppo che la rampa occuperebbe sul marciapiede antistante, di proprietà, questa sì, del Comune. Ma niente da fare, finché si tratta di concedere l’autorizzazione ai lavori, di problemi non ve ne sono. Tutto sommato non ve ne sono neanche nel rifiuto a sostenere parte dei costi di Palazzo Vecchio, che altro non fa che applicare un (seppur discutibile) regolamento. L’unica strada percorribile, al momento, è dunque a senso unico: la rampa deve essere pagata dai privati. Trattandosi tuttavia di trattative ancora in via di sviluppo (un progetto del Comune, ad esempio, dovrà necessariamente essere presentato), sarà valutata la formula di un rimborso parziale delle spese, soluzione che spesso di addice, in questi casi, a interventi fruiti dalla collettività. Nel frattempo si continueranno a cercare braccia forti…

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