
Firenze – Cade un pino, ancora una volta, a Firenze, il 9 febbraio al Parco delle Cascine, e si tratta di una tragedia sfiorata. Infatti, sotto quei pini centenari di Piazzale del Re è stato posizionato un Luna Park. Il gigante vegetale si abbatte sulle giostre e solo la fortuna ha evitato la strage. Il comune fa saere immediatamente che i onstrolli previsti erano stati attuati. In particolare si parla del controllo visivo, previsto dalla legge. Fin qui, la cronaca. Ma Italia Nostra vuole mettere in chiaro alcuni punti, in particolare sul fatto che non si può contare solo sulla fortuna, che del resto, come molti fiorentini ricorderanno, altre volte ha latitato.
“I grandi pini davanti alla Scuola di Agraria sono un patrimonio pubblico da preservare e da curare. Proprio perché non ci possiamo affidare al caso fortuito, ci domandiamo quando sono state fatte le ultime ispezioni a quegli alberi. Erano malati? Non è detto e non sembra proprio.
Avevano un disequilibrio tra la massa epigea e quella ipogea e quindi una distribuzione di pesi asimmetrica? Forse a causa di interventi di potatura, in anni precedenti, che avevano alterato l’equilibrio delle forze in quel sistema bio-meccanico chiamato albero? Chi passa in questi giorni a osservare la zolla radicale ribaltata di poco meno di 90° si domanda se delle misurazioni della zolla radicale erano state fatte dal servizio del verde della città proprio perché il rapporto del raggio del tronco e quello della zolla cambia con il crescere del primo ed assume un valore diagnostico importante”.
Il vero punto in realtà, come spiegano da Italia Nostra, è che l’albero è un sistema complesso, e di questa complessità bisogna tenere conto. Se non lo si fa “si rischia di ridurre le cause che hanno portato alla caduta del pino a due estremi: le radici marcite (ammalorate) oppure l’eccesso di vento. È invece possibile che nessuna di queste cause abbiamo concorso al ribaltamento della zolla. La sezione di taglio del tronco prossimalmente al colletto è un libro aperto sulla distribuzione dei carichi all’interno dell’albero. Siccome il rischio, che si pretende essere sempre uguale a zero per gli alberi, lo si fa pesare soprattutto per la dimensione vulnerabilità, non si capisce perché il Luna Park sia stato posizionato sotto quelle piante di pino, a meno che queste non siano state certificate aventi un indice di pericolosità prossimo a zero”.
Un’indicazione che è molto rara, come è impossibile che la pericolosità di un albero sia pari a zero. Ma, mentre si attendono i risultati di altre verifiche, da Italia Nostra giunge anche la richiesta che vengano chiarite le responsabilità. Quali? “Ci sono doppie responsabilità che stanno a monte della meccanica e della biologia dei pini e queste sono imputabili a chi ha deciso di localizzare il Luna Park nel parco monumentale delle Cascine e a chi non ha forse fatto le dovute e periodiche indagini diagnostiche – spiegano dall’associazione ambinetalista – poiché le due responsabilità stanno in capo all’amministrazione del Comune di Firenze, non si può certo risolvere la questione del Parco delle Cascine tagliando in maniera sistematica tutti i pini della città”.

Grafico dell’area occupata dal Luna Park, da Italia Nostra. In rosso la posizione della giostra colpita dal crollo del pino
“Da tempo, senza essere ascoltati, stiamo denunciando queste responsabilità – concludono da Italia Nostra, i cui attivisti hanno anche prodotto un video, pubblicato sul loro blog un anno fa, in cui si indicano le criticità nel tema alberature – speriamo che oltre che sull’apparato radicale del pino caduto qualcuno indaghi e faccia accertamenti su chi ha autorizzato l’occupazione di questa parte del parco come area di sosta dello spettacolo viaggiante e come Luna park”.