energee3
logo stamptoscana
Edizioni Thedotcompany

Polo della mobilità sostenibile, gli operai della Gkn incontrano la ricerca Breaking news, Cronaca

Firenze – Collettivo di fabbrica della Gkn, università e mondo della ricerca. Sono i tre protagonisti della giornata del 5 dicembre, che avrà come focus la costruzione di un piano di reindustrializzazione produttiva del sito capace di rispondere alle sfide della transizione ecologica, della tutela dei diritti del lavoro e della valorizzazione delle competenze presenti sul territorio.

Non è la prima volta che il collettivo della Gkn accosta tempi più ampi che contengono la realtà di una fabbrica condannata non perché in crisi, ma per calcoli esterni e lontani (ricodiamo che proprietario della Gkn è il fondo finanziario Melrose) che non considerano la realtà concreta del territorio e la sua ricchezza, umana economia e sociale. Infatti, è stato dall’incontro fra operai e giuristi che è scaturito il DDL sulle delocalizzazioni che è stato presentato in Parlamento. Ora, la posta è quella di costruire una proposta, insieme al mondo dell’Università e della ricerca, per la costruzione del Polo della mobilità sostenible, ovvero di un progetto in grado di garantire continuità lavorativa e valorizzazione del territorio.
“Dal 9 di luglio il collettivo di fabbrica assieme alle realtà solidali ha deciso di difendere la fabbrica, il patrimonio di diritti e competenze che ha accumulato negli anni, dall’ennesimo tentativo di impoverire il territorio da parte di un fondo finanziario speculativo – sottolinea Dario Salvetti, RSU GKN – quello stesso territorio che è parte della soluzione e che non deve essere considerato come semplice asset su cui investire e fare profitti. La lotta non è solo mobilitazioni e presidi, ma anche progettualità, visione, prospettiva. Assieme alle intelligenze collettive solidali, ai ricercatori solidali, come il gruppo di ingegneri e dei ricercatori della Scuola Sant’Anna abbiamo lavorato per la proposta di un polo per la mobilità sostenibile, una soluzione che può fare sistema con il territorio stesso, con le sue istituzioni e con tutto l’indotto per trasformare lo stabilimento in un vero luogo di innovazione produttiva e sociale, capace di rispondere alle sfide che la transizione ecologica e sociale ci pone davanti”.
Per Maria Enrica Virgillito, Ricercatrice in Economia Politica, dell’Istituto di Economia della Scuola Superiore Sant’Anna che ha animato il gruppo di ricercatori “il 5 Dicembre, l’Assemblea lanciata dal Collettivo GKN rappresenta un momento in cui l’Università e la Fabbrica si incontrano, per costruire, a partire dalle proposte lanciate dal Colletivo di Fabbrica, un piano di reindustrializzazione produttiva del sito. Un’occasione di scambio e relazione che possa elaborare una proposta multilivello volta a garantire la stabilità occupazionale e reddituale di lavoratrici e lavoratori. Un’opportunità per strutturare un nuovo modo di immaginare e realizzare un percorso di politica industriale in Italia. Affinché GKN non sia l’ennesima crisi da delocalizzazioni ma l’avvio di un nuovo corso del ‘fare’ politica economica per la collettività”.
Spiega Sara Marullo, assegnista in Robotica all’Università di Siena e componente del gruppo di ingegneri solidali: “Industria 4.0 non può essere soltanto uno slogan per attingere a finanziamenti pubblici e l’efficienza di uno stabilimento produttivo non si riduce ad un mero calcolo sui pezzi prodotti, né all’impiego massiccio di robot. Sta piuttosto nella pianificazione strategica dell’utilizzo delle risorse e delle linee di produzione, nel rispetto delle condizioni di lavoro di chi la fabbrica la vive e nell’integrazione della fabbrica all’interno del territorio. E’ evidente che la dirigenza di GKN nel caso dello stabilimento di Campi Bisenzio ha scelto di adottare un approccio diametralmente opposto negli ultimi anni. Ma il consolidato know-how operaio e le numerose battaglie sulle condizioni di lavoro portate avanti con successo chiamano a gran voce la comunità dei tecnici, degli ingegneri e dei ricercatori per un intervento radicale: trasformare un tentativo di depauperamento del territorio in un polo industriale d’avanguardia, al centro di una filiera per il territorio, per salvare i posti di lavoro presenti e futuri”.
Print Friendly, PDF & Email
Condividi
Translate »