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Povera stampa: arriva in redazione il robot giornalista Cronaca, Innovazione

Parigi – Il cammino dell’Intelligenza Artificiale sembra inarrestabile tanto che negli Usa c’è chi parla ormai di “umanità obsoleta”, con robot che tratteranno noi umani come noi trattiamo gli umani. Una agghiacciante prospettiva illustrata con convinzione da guru dell’AI intervistati dalla TV franco-tedesca Arte che suona ancora alle nostre orecchie come un po’ fantascientifica nella speranza che non si avveri mai.

Intanto però i robot continuano a guadagnare terreno, invadendo ormai campi che sembravano fino a poco tempo fa a loro preclusi.  Come il giornalismo. Microsoft, come Google e Apple, sembra infatti pensare che un robot è in grado di svolgere come un giornalista in carne ed ossa alcune mansioni, come la scelta delle notizie. Perciò ha licenziato le équipes editoriali americana e britannica del suo portale news per sostituirli con robot, una decisione che, ha precisato un portavoce del colosso americano, “non è legata alla pandemia del Covid 19”.

Così di colpo,  algoritmi hanno preso il posto degli  80 giornalisti responsabili delle pagine di notizie in una cinquantina di paesi.  Va precisato che i giornalisti mandati a casa non scrivevano articoli per Microsoft ma ne gestivano il portale di informazione compilando una specie di rassegna stampa che teneva conto dell’attendibilità delle fonti.

Microsoft ha deciso di seguire l’esempio di Google che utilizza algoritmi per il suo notiziario anche se finora il lavoro svolto dai robot si è rivelato spesso inaffidabile. Tanto inaffidabile che Apple ha deciso di tornare sui suoi passi e tornare all’intelligenza umana. La goccia che aveva fatto traboccare il vaso era stata la precedenza data alla notizia di un cambio di proprietà in un salone di bellezza in Bretagna alla fuga di Carlos Ghosn dal Brasile.

Per altre testate, come il Los Angeles Times i robot possono invece anche scrivere articoli come quello su un terremoto pubblicato alla fine di marzo, come riposta ecsdigital.com. Quakebot, il robot giornalista, è  un algoritmo che si basa su dati trasmessi dal US Geological Survey che poi inserisce in un testo già formattato per il giornale. Grazie a Quakebot il quotidiano è riuscito a dare l’informazione in tempi record!  Il giornale ha anche messo a punto un sistema simile per la cronaca nera.

A Chicago poi la società Narrative Science  sta sviluppando software di intelligenza artificiale in grado di scrivere articoli sportivi e finanziari. Tra i suoi clienti annovera già sia Forbes che un fondo di investimento che appartiene alla CIA. Secondo il suo co-fondatore Kristian Hammond entro 15 anni il 90% degli articoli saranno scritti da uno dei suoi algoritmi e un robot vincerà il premio Pulitzer. In Giappone poi ricercatori dell’Università di Tokio hanno sviluppato un robot in grado di spostarsi, fare interviste e prendere foto. Insomma un robot che potrebbe essere in grado di sostituire gli inviati nelle zone a rischio.

Per il giornalista del Los Angeles Times che si occupa dell’IA Ken Schwenencken,  la funzione degli algoritmi resterà però complementare a quella dei giornalisti. Il suo uso, ritiene, farà guadagnare tempo ma non rimpiazzerà mai il lavoro del giornalista.

Foto: il primo giornalista robot all’agenzia Xinhua

 

 

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