Presidio a Palazzo Vecchio, 6 milioni subito contro la fame

Firenze – Un presidio è stato tenuto ieri pomeriggio in piazza della Signoria, davanti alla Sala d’Arme, a Palazzo Vecchio,  in cui si stava tenendo il consiglio comunale. Scopo del presidio, organizzato da Potere al Popolo Firenze Città Aperta e dai gruppi di sostegno alimentare del Q5, quello di sollecitare l’esecutività della mozione, licenziata dal consiglio, che impegnava la giunta a utilizzare 6 milioni individuati dal bilancio in emergenza covid per strumenti di aiuto alle fasce più povere e fragili della popolazione. La questione era stata poche ore prima posta con domanda d’attualità alla giunta nel corso del consiglio, ma la risposta dell’assessore al bilancio Federico Gianassi aveva evidenziato la necessità di procrastinare l’operazione a settembre, nel corso  dell’analisi degli equilibri di bilancio rimandati appunto a fine estate.

“Vorrei invitare la giunta a recarsi, come abbiamo fatto noi con le reti di solidarietà nella fase più acuta della pandemia – ha detto in un intervento Francesca Conti, Potere al Popolo – dalle famiglie, per guardare negli occhi le persone che hanno perso il lavoro, che non riescono a pagare l’affitto, che hanno difficoltà a reperire persino le risorse per la spesa alimentare. Così si può capire, al di là delle parole, perché riteniamo insufficiente la risposta dell’amministrazione di rimandare a settembre la possibilità di dare aiuti alle persone”.

La questione ha un numero: 6 milioni di euro. Si tratta di risorse che sono state rintracciate spulciando nelle pieghe del bilancio comunale e che possono essere, come spiega Tommaso Grassi, ex consigliere comunale della Sinistra, impiegate da subito, con una semplice variazione di bilancio, immediatamente esecutiva da sottoporre al consiglio comunale nei tempi previsti dal regolamento. Consiglio comunale che d’altro canto ha già dato ampia via libera alla mozione presentata dai consiglieri di Spc. Settanta giorni  fa.

Nel corso del presidio i partecipanti hanno esposto una ironica mappa di “caccia al tesoro” per l’amministrazione, dove il tesoro sono appunto i sei milioni su cui si basa la speranza di avere nell’immediato aiuti per le famiglie. Negli interventi, inoltre, sono state messe in luce alcune caratteristiche di questa richiesta che sale da strati sociali finora mai attaccati dal bisogno. Si tratta, come ha spiegato Lorenzo Alba (Pap) di fasce della società che fino ad ora non avevano mai fatto i conti con la nuova povertà, vale a dire famiglie monoreddito o con redditi differenziati ma molto bassi, che si trovano senza lavoro causa pandemia, dagli occupati nel settore turistico alle prese con una crisi che potrebbe rivelarsi strutturale, a quelli che lavoravano nei servizi alla persona (colf, badanti, ecc) a molti altri, ad esempio tutte le attività artigianali, in particolare nel settore artistico.

“La richiesta è una: sbloccare immediatamente questi sei milioni, come del resto indicato dal consiglio comunale, senza rimandare a settembre un aiuto che a quel punto potrebbe arrivare troppo tardi – prosegue Conti – tutti sappiamo ormai ciò che succederà in autunno: da Federcasa agli ultimi dati dell’Irpet, la fotografia ci autorizza a pensare a una situazione disastrosa per la tenuta economica e sociale del Paese. Certo, i sei milioni di cui si parla non saranno sufficienti e bisognerà escogitare altri strumenti, ma il problema è urgente, le famiglie non possono aspettare”. Per quanto riguarda le misure già prese dall’amministrazione: “Benissimo, ma si sono rivelate insufficienti – dice Conti –  basti pensare che i contributi affitto “da covid” hanno visto quasi tremila richieste a Firenze, e ne sono state soddisfatte circa la metà. E gli altri? I buoni spesa hanno funzionato da tampone, ma non sono riusciti a intercettare del tutto la domanda, visto che erano stati attribuiti con paletti insormontabili per l’accesso, proprio per quelle fasce che erano e rimangono più bisognose”. n realtà, ciò che ha funzionato benissimo, vale a dire la grande risposta di Firenze, che ha visto la nascita di gruppi per l’auto alimentare dal basso, dalle reti si solidarietà sociale cittadine, dal settore del volontariato, non può, secondo la rappresentante di Pap, sopperire a una presa di posizione e a progetti organici, istituzionali, che trasformino il moto generoso della città in diritti all’esistenza e alla dignità dell’esistenza. Perché di questo si parla.

Da Francesco Torrigiani, di Firenze Città Aperta, giunge un’altra osservazione inquietante. Anch’egli richiama l’esperienza dei gruppi di solidarietà alimentare approfittando per mandare un messaggio inequivocabile alla politica: la gente ha fame, la crisi è (anche) alimentare. “Ci troviamo in presenza di un atto di indirizzo approvato dal consiglio, che riguarda i sei milioni reperiti nel bilancio – ricorda Torrigiani – che ancora oggi, dopo 60 giorni, giace senza seguito. Si tratta di sei milioni che sarebber facilmente recuperabili nel bilancio comunale dagli utili 2o19 e chiedendo contributi speciali alle partecipate comunali di Toscana Energia e Publiacqua, incassate dalle bollette pagate lo scorso anno. Senza parlare di risparmi sui consumi, obbligati vista la chiusura delle sedi comunali per coronavirus, ma anche con la restituzione, nel 2020, alle banche della sola quota capitale dei mutui”.

Certo, non la soluzione di tutti gli enormi problemi che, preesistenti al covid, la pandemia ha non solo alimentato ma fatto esplodere. Si ricordi che, da rapporto Caritas, a Firenze si registra un +16% di persone che dichiarano reddito insufficiente rispetto ai bisogni fondamentali come quello alimentare e quello alla casa, con un aumento più marcato nelle classi di età 35-44 anni e 55-64 anni. Vale a dire le cosiddette, una volta almeno , “fasce produttive” della popolazione.

Al presidio, di rientro in consiglio comunale, giunge anche l’assessore Federico Gianassi, che sollecitato dai partecipanti, si ferma per un non previsto confronto. “Stiamo cercando di dare risposta a  sociali che in fase di crisi aumentano – dice Gianassi – l’amministrazione non si tira indietro. Per quanto riguarda il bilancio del Comune, di cui è stato richiesto conto, è inteso nella sua interezza e complessità. Il contraccolpo della crisi è stato devastante anche per il bilancio del Comune di Firenze che ha e avrà, rispetto alle previsioni del 2020, minori entrate su base annua. Quello che ho detto, e lo ribadisco, è che siamo impegnati in una sfida difficile: da un lato, tenere gli equilibri del bilancio del Comune, che, se non fosse in equilibrio, non si potrebbero neppure adottare misure a sostegno delle persone in difficoltà; per fare questo, abbiamo tempo fino al 30 settembre, che è la data entro quale possiamo approvare in consiglio comunale gli equilibri di bilancio, che dipendono ovviamente dalla trasmissione delle risorse nazionali che sono previste nel decreto Rilancio e che sono state trasferite per un terzo rispetto ai tre miliardi previsti. Gli altri due miliardi verranno trasferiti e il governo deve stabilire i criteri di riparto. Criteri fondamentali, in quanto, se si stabilisce un criterio di riparto sulla base di un dato oggettivo, la città di Firenze otterrà più risorse rispetto a quanto si otterrebbe utilizzando altri criteri. La risposta al question time ha tenuto conto di questo – dice l’assessore – quindi a fine settembre andremo in consiglio comunale, anche quella una sede in cui potrà avvenire il confronto, tenendo gli equilibri dei maggiori investimenti su alcune voci piuttosto che su altre, senz’altro sulle tematiche sociali è opportuno e doveroso fare interventi. Che però – prosegue l’assessore – già stiamo facendo e ancora faremo”. Ma, oppone Tommaso Grassi, cosa c’è di risorse da qui a settembre sulle voci sociali? Quali sono le risorse proprie, vale a dire del Comune di Firenze, messe sui bisogni sociali?

E infine, a gran voce da parte di tutti,  la domanda principale rimasta inevasa: perché non dare seguito subito, visti i bisogni immediati, alla mozione approvata in consiglio comunale?

Con una nota congiunta, Sinistra progetto comune, Firenze città aperta, Potere al popolo! e i sostegni alimentari del Q5 , concludono: “Riteniamo grave che di fronte a un atto di indirizzo del Consiglio Comunale, che indubbiamente è l’organo più rappresentativo della cittadinanza, la Giunta non abbia dato risposte adeguate, che ignori la volontà e l’indirizzo del consiglio, rimandando allo stesso Consiglio, a settembre, l’analisi degli equilibri di bilancio. Non ci risulta nessuna volontà di ottenere maggiori risorse dalle Partecipate, mentre si attende fatalisticamente contributi delle reti di solidarietà, sempre più in difficoltà a far fronte alle esigenze, in continuo aumento, o interventi nazionali. Ma da qui a settembre la crisi alimentare peggiorerà. Si daranno le colombe avanzate da Pasqua? A Nardella e alla maggioranza non possiamo che chiedere coerenza con il voto della mozione che è stata approvata due mesi fa e che si intervenga attivamente senza che si dia ogni responsabilità al livello regionale e nazionale, di cui lo stesso Pd fiorentino è comunque parte integrante”.

 

Total
0
Condivisioni
Prec.
Mercato D, Mattia Papi alla Sangiovannese

Mercato D, Mattia Papi alla Sangiovannese

Firenze – Colpo grosso nella fascia destra del campo per la Sangiovannese,

Succ.
Il Quirinale promotore di riconciliazione tra i popoli europei

Il Quirinale promotore di riconciliazione tra i popoli europei

Pisa – Mano nella mano Mattarella e il presidente sloveno Pahor alla foiba

You May Also Like
Total
0
Condividi