
Firenze – Un tema complesso e attuale quello trattato nel film “Le cose umane – L’accusa” di Yvan Attal, che sarà proiettato nelle sale fiorentine il prossimo 24 febbraio e in anteprima al Cinema Stensen. Già presente fuori concorso alla 78° edizione della Mostra internazionale del Cinema a Venezia, il film è tratto dal romanzo omonimo di Karine Tuil. “Le choses humaines” solleva un dibattito, proposto su vari livelli e con tante sfumature, sullo stupro.
Articolato sul piano psicologico, sociale, politico e processuale, la vicenda dello stupro evidenzia come, dietro una facciata convenzionale si nascondano zone grigie, voragini di disagio e di malessere.
Un argomento sensibilissimo che Yvan Attal affronta, attraverso sequenze forti, primi piani e un montaggio abile, una storia di stupro e le problematiche che concorrono a tingere di colori foschi le tante prospettive: quella del ragazzo, il violentatore, della ragazza, la vittima, le famiglie di diversa estrazione sociale e differenti religioni, la cultura con cui la società classifica e giudica questi fatti.
Un ragazzo, figlio e studente modello, durante una breve visita a casa è accusato di aver violentato una ragazza, Mila, la figlia del compagno della madre. I due ragazzi e le loro famiglie saranno sconvolti dal dramma, le loro vite cambieranno e le loro certezze si infrangono di fronte a questa tremenda verità. Ma il ragazzo è colpevole o innocente? La verità sarà una sola o diverse?
Si sommano insieme tante questioni, come il potere e i privilegi di classe, la giustizia, il giudizio della società e quella dei social media, la causa femminile e l’effetto, nel tempo, di un gesto sconsiderato. Diventa evidente che c’è una sottile e dolorosa linea che divide il desiderio o l’abuso, il diniego o il consenso.
“Volevo sapere da dove venivano, chi erano, come entrambi avevano passato la serata che precede il dramma, perché lei riteneva che lui l’avesse stuprata e perché invece lui credeva che lei fosse stata consenziente. Il tema era attuale, i personaggi complessi… – Afferma il regista Yvan Attal – Restare neutrali ha dato al film il suo significato. C’è un’ovvietà che ci ha guidati: noi sappiamo perfettamente cos’è successo tra quei due. D’altra parte, riallacciando le testimonianze di Mila e Ben durante il processo, ci si rende conto che dicono la stessa cosa. I fatti sono indiscutibili. È il modo in cui li hanno vissuti che cambia tutto…”.
Tra gli interpreti Ben Attal, figlio maggiore del regista e di Charlotte Gainsbourg nella parte del giovane stupratore, Suzanne Jouannet è Mila, la ragazza stuprata, Pierre Arditi, Mathieu Kassovitz, Benjamin Lavernhe, Audrey Dana e Judith Chemla.