
A vedere i voti, si ha la sensazione intera del “cappotto” che Renzi ha dato a chi osava contendere con lui per aggiudicarsi il ruolo di candidato alla tornata amministrativa di maggio: l'assemblea cittadina ha votato infatti con 114 sì, un no e 30 astenuti per la ratifica della candidatura di Renzi. Una “massa critica” che ha messo a tacere ogni eventuale opposizione, che infatti, a parte lo sparuto e unico no, ha preferito astenersi.
Le motivazioni? A parte l'evidente maggioranza che “consacra” Renzi a unico,e solo, candidato del Pd, è stato sostenuto proprio ciò che era già stato anticipato, dallo stesso segretario cittadino del Pd Gianassi e che si ritrova nel documento con cui l'assemblea ha approvato la candidatura del sindaco: alle primarie dell’8 dicembre, ricorda il documento, Renzi “ha ottenuto circa 37.000 voti, pari a quasi l’80% dei voti espressi, dato superiore al numero complessivo dei voti espressi dagli elettori nelle primarie di coalizione per la candidatura a Sindaco nel 2009″. Inoltre “pare davvero inopportuno sottoporre il Segretario nazionale del Partito democratico nuovamente a primarie così ravvicinate”. E così sia.
Rosica amaro l'escluso per eccellenza, l'unico candidato piddino “anti-Renzi”, il suo ex- assessore al bilancio, Claudio Fantoni, colui, giova ricordarlo, che disse “no” alla poltrona e alle spinose questioni amministrative rilevate poi dal professor Petretto. “Le primarie a Firenze con Renzi in campo, come previsto, non si faranno – scrive in un commento postato su Facebook ieri sera a caldo – questo è quanto ha votato l'assemblea del PD poco più di un'ora fa. Per la cronaca: rispettando le regole dello statuto nazionale i voti non sarebbero stati sufficienti ad impedirle ma tant'è! Che ci importa delle regole? Il clima civile con cui si è svolto il "confronto" non ha eliminato il fatto che si è trattato di non primarie ad personam. E che si è assistito ad un pregevole spettacolo di acrobazie linguistiche che sono sintetizzabili in: le primarie d'ora in poi si fanno quando ci pare. E questa volta non ci pare, quindi non si fanno”.
Fantoni conclude: “C'è una questione che mi preoccupa davvero e non è il fatto che mi sia stato impedito di candidarmi. Se il Pd si trasforma in un comitato elettorale a disposizione di un candidato leader, è evidente che parteciperà solo chi è fan di costui. Chi ha a cuore il Pd dovrebbe lavorare perché ciò non avvenga ma temo che il vento al momento non soffi dalla parte giusta”.