
Nonostante sia un navigato politico, indifferente alle critiche, questa volta il Governatore della Toscana non accetta le critiche, per niente costruttive, circa la sua proposta di riordino delle province: “si è scatenato il finimondo. Accuse ridicole di campanilismo per le mie origini pontederesi, sberleffi, invettive e persino minacce di dimissioni”. Lo afferma lo stesso Rossi sul suo blog. Rossi nei giorni scorsi aveva lanciato l'idea in Toscana di tre aree vaste con “riferimenti naturali e baricentrici” ai tre capoluoghi di Firenze, Siena, Pisa.
“Ero e sono per abolire le Province – prosegue – dopo la 'riformucchia' di Governo e Parlamento ho avanzato una proposta per avviare il dibattito. Adesso aspetto le proposte degli altri. Anche in democrazia vale l'antico detto: stretta la foglia larga la via dite la vostra che ho detto la mia …”.
Per Rossi “sarebbe interessante che i parlamentari che hanno votato la legge ci dessero anche qualche lume su come applicarla in Toscana. In fondo, piaccia o non piaccia, il Parlamento e' all'origine di questo 'riordino' e al Parlamento tutto tornerà con il progetto di legge per le decisioni finali”.
“Noi – conclude – abbiamo avanzato una proposta. Adesso dovrà lavorare il Comitato delle Autonomie Locali e poi anche il Consiglio regionale. Fare le riforme è difficile ma non impossibile. Su questo tema, allo scopo di consentire che si sviluppi una discussione ampia e approfondita, il Presidente e la Giunta regionale, non diranno più nulla sull'argomento finchè non spettera di nuovo a noi la parola”.
Sarà vero?