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Saccardi: “Il mio metodo? Nessun grande evento, ma momenti di vero scambio” Politica

Firenze – Stamp intervista l’assessore regionale alla sanità, politiche sociali e sport Stefania Saccardi agli “albori” della nuova giunta regionale, uscita fresca fresca dall’ultima tornata elettorale. Un ottimo traguardo, quello di Stefania Saccardi, che entra nella squadra con una “poltrona” importante, a cui è collegata una buona fetta del bilancio regionale, circa il 67 per cento di una cifra che si aggira sui 10 miliardi. Un “premio” in un certo senso anticipato sin dal rimpasto della giunta Rossi, quando la vicesindaca dell’ex primo cittadino Renzi venne messa “a sorpresa” a ricoprire il ruolo di vicepresidente del governatore. Del resto, parlando in termini di preferenze, Saccardi non si discute: oltre 14mila preferenze tutte per lei nel collegio Firenze 1, più di quanto basta per “blindarla”, 4mila in più di Eugenio Giani, ora presidente del consiglio regionale, storicamente uno degli esponenti politici più “solidi”  per quanto riguarda il rapporto diretto con l’elettorato. 

D- Sommare la delega alla sanità con quella al welfare va in direzione dell’integrazione che ti ha sempre vista in prima linea.

R- “Sì, la decisione del Presidente Rossi di riunire le due deleghe di Sanità e Sociale sotto un unico assessorato non rispecchia solo esigenze di riduzione dei costi della politica e quindi di riduzione del numero dei componenti della Giunta. L’effettiva integrazione fra il sociale e il sanitario e fra i servizi e i soggetti che vi operano continua ad essere uno dei principali obiettivi del Governo Toscano. Lo dimostra l’approvazione del Piano Socio-sanitario”.

D- Quali i problemi da affrontare in tempi brevi nella sanità toscana?

R- “Innanzitutto vorrei la digitalizzazione della storia clinica dei pazienti, ovviamente nel rispetto della loro privacy, vere e proprie cartelle elettroniche delle persone. Poi credo si debba abbandonare il modello organizzativo dei CUP per le prenotazioni. Un ruolo più rilevante del privato sociale (misericordie, pubbliche assistenze, croce rossa,ecc.) per abbattere le lunghe liste di attesa della diagnostica, ovviamente sotto controllo e programmazione pubblici. Vorrei che in futuro fosse il medico di famiglia a prenotare direttamente le visite specialistiche. Chi si rivolgerà al Pronto Soccorso senza effettive necessitá e urgenza pagherà il ticket per intero. Infine, sto cercando un edificio pubblico per la sede dell’assessorato, attualmente paghiamo un affitto per noi troppo alto”.

D- Anche lo sport si coniuga alle altre deleghe… come?

R- “Lo sport ha importanti funzioni sociali e di prevenzione in termini di salute. La nuova legge sullo Sport, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale nella scorsa legislatura, si pone l’obiettivo di valorizzare gli aspetti etici, educativi e salutistici della pratica sportiva. È di pochi giorni fa l’apertura di un bando per l’inserimento di laureati in Scienze motorie all’interno delle scuole primarie. Questo perché riteniamo che far praticare lo sport ai bambini sia così importante da meritare il lavoro di un professionista. Una figura che insegni loro i veri valori sportivi e che li faccia appassionare all’attività. Una popolazione che pratica sport fin dall’infanzia sarà una popolazione meno costosa in termini di spesa pubblica sanitaria e forse più in grado di convivere secondo le regole. D- Un grande successo elettorale che premia il tuo impegno… ad esempio in un campo come il welfare che è cruciale per la società R- la mia esperienza nel Welfare come assessore comunale, credo sia stata essenziale. Quando sono passata alla Regione sapevo quali fossero le cose che non andavano e quali ostacoli rimuovere per fare funzionare meglio i servizi e l’assistenza ai cittadini. Un esempio? L’approvazione della legge sulla casa, facendo l’assessore in un ente di programmazione si ha la possibilità di cambiare le regole”.

D- Questo impegno ti è stato riconosciuto dal vasto mondo del volontariato e dell’associazionismo , con cui ti sei confrontata spesso in questa campagna elettorale

R- “Ho basato la mia campagna sull’ascolto. I Saccaffè, ad esempio, sono stati l’occasione per confrontarmi con le persone, ricevere proposte e critiche. Nessun grande evento, ma momenti di vero scambio. Questo non vale solo per la campagna elettorale, è il mio metodo di lavoro. Credo che dal mondo delle associazioni e del volontariato si possa imparare molto se ci si pone in una posizione di ascolto, dopotutto sono vicini alle persone e soprattutto a quelle in difficoltà, conoscono i problemi della gente e possono dare consigli utili per trovare soluzioni. Senza la loro esistenza l’Italia sarebbe un paese più povero in termini economici, non solo etici. Lo dico sempre, e il mio lavoro sarebbe più difficile”.

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