
Firenze – Fermo al Ponte al Pino, un Fecciarossa, percorrenza Napoli-Milano. Vigili del fuoco, viaggiatori a terra, ritardi di 120 minuti, pesanti disagi per tutta la circolazione. Viaggiatori di linea “popolare” o veloci viaggiatori di lusso, non cambia niente: tutti ad aspettare, sotto il caldo africano che raggiunge i 40°, muniti di bottigliette, qualcuno invece di bere se la rovescia addosso. E’ così che dà spettacolo di se’ l’inferno, il nuovo inferno delle ferrovie: scoccate le 48 ore da quando il blocco aveva riguardato (sempre per incendio) i treni fra Pontassieve e Firenze. Questa volta, fra i prigionieri del ferro, c’è anche il governatore Enrico Rossi, bloccato, pare, su un treno di Alta Velocità nella campagna aretina. Ma sembra che almeno continui a funzionare l’aria condizionata.
Cause del blocco, a parte le fiamme che si sono sviluppate partendo da un cavo elettrico che salta e fra scintille e sfrigolii incendia alcune sterpaglie, ancora da valutare. Il Frecciarossa bloccato a Campo di Marte è entrato in Santa Maria Novella con 80 muniti di ritardo, i passeggeri imbestialiti e provati, che hanno ricevuto conforto e soccorso dagli addetti della protezione civile.
Inoltre, la situazione sprofonda ancora più nel caos quando scoppia un altro piccolo incendio in Valdarno. Per tutti parla un passeggero, in attesa da oltre un’ora alla stazione di Santa Maria Novella: “Non si può andare avanti così”. Della stessa opinione l’assessore ai trasporti Vincenzo Ceccarelli, che tuona: “Ieri l’emergenza per un incendio provocato dal passaggio di un treno merci estero, secondo quanto comunicato da Trenitalia, con ripercussioni su ben 73 treni regionali e no. Oggi nella tratta Rovezzano-Campo di Marte, l’abbattimento della linea aerea di contatto. Tutto questo è inaccettabile. E’ arrivato il momento che il Ministero dei trasporti, che ha competenza ispettiva, ci dica se le condizioni di manutenzione della rete ferroviaria e il personale in servizio per la manutenzione e la gestione del servizio, anche in tempo di ferie, sono tali da consentire il normale esercizio ferroviario“.