
Firenze – Cominciata col tgSky, interrotta dall’abbandono di Salvini dello studio televisivo, ripresa e continuata sui social: la battaglia Rossi-Salvini sulla questione immigrazione è destinata a continuare, anche in vista dell’ingresso del dottor Borghi, leghista doc e latore in Toscana di un 20% di risultato elettorale che lo porta in consiglio toscano. In realtà, il vero casus belli della tenzone è stata una semplice quanto insidiosa domanda di Rossi al suo interlocutore, come al solito impegnato a chiarire il semplice disegno con cui la lega affronta il problema della migrazione di popoli che sta avvenendo da un lato all’altro del Mediterraneo. E la domanda era se Salvini fosse in grado di produrre un caso, un solo caso di un cittadino italiano contaminato dalla scabbia sul treno alla semplice vicinanza dell‘immigrato. Una questione che non è piaciuta al capo leghista che dapprima ha cercato di irridere il suo interlocutore e poi, dopo averlo invitato a “pensare ai toscani e non ai migranti” , scocciato dell’impasse se ne è andato, abbandonando la tenzone. Sì, quella diretta: quella invece sui social è continuata, con tanto di entrata in campo del profilo della Lega Veneta. Ma alla fine, a quanto sembra di capire, nessuno è riuscito a portare il decisivo caso della scabbia contratta sul treno causa immigrato.
Tanto per essere precisi, il governatore toscano sottolinea: “La trasmissione della scabbia non è facile e per essa non basta certo una stretta di mano. Il contatto deve essere ravvicinato e prolungato – spiega Rossi, richiamando tra le altre cose quanto dice il dermatologo del Policlinico di Milano Marco Cusini – chi getta allarme sociale per questa malattia legandola alla presenza di immigrati è mosso da un pregiudizio razzista. Precisamente come Salvini che anziché proporre soluzioni ai problemi li strumentalizza”.