
E' stata ribattezzata lo sciopero del panino la protesta dei genitori pistoiesi in rivolta contro le nuove tariffe comunali per gli asili nido, le aree bambini, il trasporto scolastico e soprattutto la mensa. Una protesta che si sta allargando a macchia d'olio in diverse scuole comunali. La mensa scolastica, ad esempio, da quest'anno, per le famiglie con Isee superiore a 30.000 euro costa 6,50 euro, quasi come andare a mangiare in un ristorante a prezzo speciale. Contro il rincaro, da alcuni giorni, i genitori hanno deciso che i proprio bambini si portino il panino da casa. Pronta la replica del Sindaco Samuele Bertinelli: “Il Comune – spiega il primo cittadino – quest'anno ha investito più risorse nei servizi educativi. Il sacrificio chiesto alle famiglie che hanno di più permetterà a tutti i bambini di magiare alla mensa”. Insomma, la solita dichiarazione anti crisi, che ormai si sente sempre da parte dei politici quando si aumentano le tariffe dei servizi. I genitori comunque continuano la loro lotta, e lunedì la protesta arriverà in piazza Duomo. Protesta legittima, solo ci pervade una grossa perplessità: perché i genitori non fanno loro lo sciopero, eventualmente della fame, e invece costringono i propri figli a mangiarsi il panino al posto di un primo, secondo, contorno, frutta – necessari per la loro crescita e anche per affrontare le sempre più dure ed impegnative ore di studio – mentre loro, invece, se ne stanno tranquilli e beati a mangiare, o comodamente a casa o in bar o ristorante, quello che vogliono. Sembra la cena delle beffe, pardon, il pranzo delle beffe.