
Firenze – Una questione di dignità. Il volto di pietra, lacrime asciugate negli occhi senza permettere di sgorgare, ha fatto le valige, dopo svariate ore di tentativi infruttuosi per ottenere una proroga di 7 giorni e se n’è andato. Ha chiuso dietro di se’ la porta di quella casa in via Toscanella, 106 metri quadri, comprata nel 2002 dall’attuale proprietario e su cui gravava uno sfratto lungo 13 anni, e per ora dormirà da una nipote. Sperando che la promessa della casa popolare, quella che è arrivata direttamente durante le “trattative” dall’assessore Sara Funaro, arrivi nel tempo previsto: pochi giorni, è stato detto, una settimana al massimo. Sì, perchè questo signore, ex-calciante, nel frattempo dovrà essere ricoverato presso una nipote, fuori Firenze, dal momento che, dicevano stamane i presenti allo sfratto, è solo, vale a dire “zitello”. E meno male che il signore in questione ha in qualche modo una rete famigliare che può sostenerlo, seppure per qualche giorno. E’ il commento di Laura Grandi, segretaria del Sunia fiorentino, che stamattina ha tentato, insieme al “collega” della segreteria nazionale Simone Porzio di ottenere dal proprietario almeno quei sette giorni che, se le promesse del Comune non sono fasulle, avrebbero permesso all’ex-calciante di restare nella sua Firenze. In quel pezzo di centro storico che ha onorato anche con la sua forza e il suo coraggio, quando, da giovane, si gettava nella mischia al grido di “Viva Fiorenza!”.
Una mattinata concitata, in cui i protagonisti sono stati, insieme all’uomo di 74 anni, il proprietario, ma anche l’ufficiale giudiziario, e il medico legale. Il quale, dopo la prima visita in cui sembra propendere per la non idoneità dell’uomo a essere oggetto di un’esecuzione con forza pubblica, dopo un’ora rivede il quadro clinico dal momento che la situazione del “paziente” sembra mutata. Vale a dire, è meno incombente il pericolo di un malore. Arriva anche il 118, che certifica la stessa cosa. Il confronto si fa duro, in particolare fra il proprietario e il Sunia, ma alla fine è proprio lui che decide. Il coraggio del combattente non viene meno, e chetamente abbandona l’intenzione preannunciata dalla mattina “Fò il salto dalla finestra” e comincia a farsi la valigia. “Quello eseguito oggi è il primo caso di sfratto per finita locazione a danni delle categorie più deboli, che fino al 30 giugno avevano goduto di una proroga dal governo”, sottolineano i due rappresentanti del Sunia. La nipote, contattata a telefono, dopo qualche titubanza scioglie le riserve: sì, lo zio può stare per qualche giorno da lei. Gli uomini della forza pubblica si rilassano. Il proprietario viene fatto uscire in strada. L’ufficiale giudiziario è soddisfatto, può procedere ad altri sfratti che lo attendono. Alla fine, mentre l’anziano se ne va con la sua valigia da quel mondo in cui è nato e cresciuto, giunge l’assessore Sara Funaro. Se il signore non ha dove andare, una sistemazione il Comune la trova. E’ solo questione di pochi giorni. No, dice lui, grazie. Una questione di dignità.
Gli anziani categoria a rischio per gli sfratti. Un dato ufficiale non c’è, ma il Sunia, sulla base dei propri iscritti, stima almeno un centinaio i casi che riguardano ultra 75enni, molti invalidi e con malattie gravi, alcuni in fase terminale. Tutti, dice Grandi, hanno fatto il bando Erp e sono in graduatoria per l’alloggio popolare. Quello che fa più rabbia, aggiunge la segretaria del Sunia fiorentino, è che i provvedimenti ci sarebbero: ad esempio, il governo ha stanziato i soldi per il recupero degli alloggi popolari e anche la riserva fino a 25 milioni di euro per il sostegno all’affitto. Soldi questi ultimi già giunti alle Regioni, ma per ora fermi. “Ci vorrà qualche mese, affinché entrino nella disponibilità dei Comuni – spiega Grandi – pensiamo a questo punto sia necessaria una nuova sospensione degli sfratti a livello governativo. Altrimenti, si rischia che quando si potranno utilizzare, molti saranno già nelle condizioni di non poterne usufruire”.
E per quanto riguarda le prossime previsioni, l’apparente calma sembra, al Sunia, la bonaccia che precede il temporale. “Messo in conto che ad agosto c’è la sospensione “estiva” degli sfratti – prosegue Grandi – mettiamo a nota che luglio registra per la prima volta dopo tanto una diminuzione. Certo si rimane sempre sugli 80. Ma il vero problema giungerà a settembre, che sarà caldissimo, e per cui prevediamo si torni ai 130 che sono stati la media dei mesi scorsi”.
Intanto, che fare? “In attesa dell’arrivo dei fondi ai comuni, è assolutamente necessario che cominci a funzionare la commissione al disagio abitativo, che per ora esiste ma non sta dando frutti. La commissione in questione dovrebbe essere un organo che, di concerto con istituzioni locali, prefetto, sindacati, tribunale, funzioni per trovare una calendarizzazione degli sfratti che consenta di (rubo una battuta al collega Porzio) che lo sfratto sia un passaggio da casa a casa, e non, di fatto, da casa a strada. E poi, è ormai improcrastinabile un nuovo bando Erp. E’ vero, la legge Saccardi, con tutti i suoi limiti e i suoi pregi, è esecutiva da maggio, ma gli uffici dei comuni devono fare i nuovi regolamenti. Si parla di aprile 2016, ma secondo la mia esperienza, non vi si arriverà se non a giugno o settembre. 2016, ovvio”.