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Sfratti, sindacati: “Cabina di regia necessaria per evitare l’abbandono delle famiglie” Breaking news, Cronaca

Firenze – Sfratti, dal 1 gennaio si riparte. Ciò significa che, dal 1 gennaio, la sospensione degli sfratti causa covid non ci sarà più, cesserà completamente. Già previsto l’assalto ai Tribunali degli avvocati di parte proprietaria per invocare la messa in esecuzione dei procedimenti sospesi e l’intervento dell’ufficiale giudiziario. Quanti? Ecco il primo problema. Possiamo parlare di numeri potenziali, dal momento che, come spiegano i sindacati inquilini, mancano, o meglio, non sono stati approntati  gli strumenti per  avere una percezione precisa quanto più possibile del momento reale. Per farla breve, manca ancora quella commissione per l’emergenza abitativa, prevista dalla legge regionale e mai di fatto costituita, che vedrebbe allo stesso tavolo corte d’Appello, Tribunale, amministrazione, Prefetto e sindacati, inquilini e proprietari. Importantissima, vista la composizione, per avere in mano davvero la situaizone reale dell’emergenza. Che ad ora, disperdendosi in vari rivoli, rischia di diventare un fenomeno carsico, individuale, inabissato, che fatalmente prima o poi esploderà con tutta la forza e la rabbia delle acque sotterranee compresse e mai o mal gestite.

A sostenere che il rischio è proprio quello di non riuscire ad avere contezza completa della realtà, è Laura Grandi, segretaria regionale del Sunia. Alla richiesta di quanti siano gli sfratti ad ora in calendario, risponde, ovviamente solo per quanto riguarda la sua organizzazione sindacale (infatti, un altro problema è anche quello di non sapere mai, esattamente, quanto sfratti sono in esecuzione nel mese, un dato che sarebbe  essenziale per permetterne una calendarizzazione che potrebbe aiutare sindacati, ma soprattutto amministrazione  e inquilini e proprietari a trovare vie d’uscita), che ad ora sono previsti “solo” quattro. “Con il termine totale del blocco e il via del 1 gennaio – dice Grandi – è facile prevedere che ci sarà l’assalto ai tribunali per chiedere l’intervento dell’ufficiale giudiziario. La realtà è sempre più complessa, dal momento che per esempio abbiamo utenti che si sono presentati con una situazione di sfratto e poi, co la sospensione da covid, si sono volatilizzati. Non è possibile capire i numeri veri dell’emergenza, in quanto se non c’è raccordo fra Corte d’Appello, amministrazione, tribunale, sindacati, Prefetto, non si riesce a intercettare il vero numero degli sfratti. Se non entra in funzione la commissione del disagio abitativo, è facile prevedere che ci sarà una situazione di caos incontrollabile, con le persone e le famiglie abbandonate a se stesse che andranno in ordine sparso o dal sindacato, o dagli assistenti sociali, o dall’avvocato, o dai vari sportelli antisfratto, o dall’amico dell’amico … ciò che chiedavamo come sindacato inquilini, era una richiesta ragionevole di supporto per le famiglie e politicamente necessaria, dal momento che è l’unico modo pe capire veramente l’emergenza”. Altre aree metropolitane hanno raggiunto l’obiettivo della commissione, Firenze è partita per prima e non è ancora arrivata. Perché?

Laura Grandi, segretaria regionale del Sunia

Tornando ai numeri, secondo calcoli prudenziali, il Sunia ritiene si possa arrivare al livello del 2018, ovvero a un numero di esecuzioni fra i 100 e i 130 al giorno. Secondo il segretario regionale e fiorentino dell’Unione Inquilini, Pietro Pierri, si può pensare ad almeno 700 procedimenti potenziali pronti a diventare eseguibili.

“Comprendere qual è il vero disagio abitativo delle famiglie permette di capire quali sono le misure più efficaci da prendere – conclude Grandi – senza contare che la nuova ondata di covid che sta affogando la Toscana e l’Italia, metterà necessariamente la politica di fronte a una vecchia-nuova necessità, quella di garantire alle persone, oltre al diritto alla casa, anche quello alla salute e alla sicurezza.  Cosa fare? Il nostro prossimo appuntamento vede uno sfratto con forza pubblica di persone anziane, come si gestirà con questa recrudescenza della pandemia? Sono dell’idea di scrivere una lettera al prefetto in merito. Per quanto riguarda i prossimi sfratti, prenderò la famiglia per mano e li porterò davanti alla Prefettura. Se è impossibile dialogare prima con chi dovrebbe intervenire, questa sarà la strada”.

Gli sfratti, tuttavia, sono solo la punta dell’iceberg. Sotto il pelo dell’acqua, ci sono tutte quelle persone in difficoltà che pagano “affitti pazzeschi, che si mangiano tutto lo stipendio – conclude Grandi – E’ un fenomeno di cui la politica dovrebbe preoccuparsi. Ciò che noi pensavamo dell’agenzia sociale della casa, riguardava anche il fatto che dovrebbe non solo essere canale di incontro fra domanda enorme e offerta pressoché inesistente, ma anche il punto di sintesi e analisi del problema economico e del punto del mercato. In una città piccola come Firenze sarebbe interessante  e importante istituire, come sempre era stato messo negli accordi territoriali, l’installazione di un osservatorio sul mercato abitativo metropolitano”.

Sulla questione dell’emergenza abitativa non è tenero neanche il segretario regionale dell’Unione Inquilini Pietro Pierri, che rilancia: “Stiamo chiedendo a livello nazionale, anche per Firenze, l’istituzione di una cabina di regia, che faccia capo alla prefettura, affinché il termine della sospensione degli sfratti trovi dei meccanismi per arrivare al passaggio da casa a casa, distinguendo fra rilasci a piccoli proprietari e situazioni ben diverse, che riguardano i grandi proprietari. E’ necessario anche trovare risorse per offrire sostegno alle famiglie in difficoltà. L’amministrazione comunale deve creare una riserva di case volano allo scopo di non lasciare in mezzo al niente le famiglie sottoposte a sfratto. Segnalo ancora una volta che in questo momento, non siamo resi partecipi e non veniamo interpellati da chi ha responsabilità amministrative e di governo per un confronto fra possibili soluzioni, anche di carattere transitorio, che permettano di affrontare una situazione di emergenza destinata ad aggravarsi. Aggiungiamo che, essendo in fase di esponenziale crescita del dilagare della pandemia, bisognerà rivalutare una possibile nuova richiesta di sospensione, e che, di fronte alla situazione, bisognerà anche intervenire velocemente”.

Il segretario regionale dell’Unione Inquilini Pietro Pierri

Conclude Pierri: “Non possiamo accettare che, alla fine, si contrappongano i più sfortunati ai piccoli proprietari, che magari stanno vivendo a loro volta situazioni disastrose. Non accettiamo che le istituzioni scarichino sui privati il grosso del problema, dal momento che in questi due anni, nonostante i proclami, non c’è stato l’apprestamento di strumenti concreti per fronteggiare l’emergenza abitativa. Sono mancate sia analisi che pianificazione di interventi. Ribadiamo l’importanza di costituire al più presto la cabina di regia che serve a fotografare la situazione reale, all’analisi e alla pianificazione delle soluzioni possibili. Se non si agisce velocemente, l’alternativa è l’abbandono delle famiglie a se stesse”, fino ad arrivare, ed è forse questo il rischio più evidente, all’inconoscibilità del fenomeno.

 

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