
Bagnone (Massa-Carrara) – La musica a Bagnone è per tutti. La banda incontra l’ensemble diretto dal primo violino dei Berliner Simone Bernardini. Laboratori per bambini, una mostra celebra il decennale, concerti e proiezioni di film musicali.
Ingresso a laboratori e concerti: libero
Info: Comune di Bagnone
t. 0187 42781 . 349 7700936
Musica nei Borghi è organizzata con il sostegno
della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara.
Dal 15 al 19 luglio musicisti di fama, diretti dal primo violino dei Berliner, Simone Bernardini, si caleranno nell’atmosfera evocativa dell’antico centro di Bagnone, provando all’aperto e coinvolgendo gli abitanti in una vera festa della musica.
Per l’edizione 2015, la decima di Musica nei Borghi a Bagnone, sono previste iniziative col fine di sensibilizzare e avvicinare i giovani all’universo musicale. Fra queste una mostra sui dieci anni del festival, poi un laboratorio musicale, che metterà i ragazzi a stretto contatto con gli esecutori e i loro strumenti e ancora un singolare coinvolgimento fra due dimensioni musicali solo apparentemente lontane, quello della Banda Santa Cecilia di Bagnone, che lavora da anni con grande professionalità e che entrerà in relazione musicale con l’ensemble di Simone Bernardini.
SIMONE BERNARDINI
Torinese con ascendenze toscane, un talento precoce per la musica, solidissimi studi coronati da corsi di perfezionamento condotti da Isaac Stern e Itzhak Perlman, due numi tutelari dell’insuperata tradizione europea del violino, poi una rapida affermazione che lo porterà a ricoprire l’ambitissimo ruolo di primo violino dei Berliner e infine, a compimento di una pulsione musicale pervadente, una scelta più recente di perfezionamento in direzione d’orchestra (studi all’alto magistero di Bernard Haitink) con interessi esecutivi e interpretativi ad ampio raggio, in un ponte temporale compreso fra il primo barocco e la musica contemporanea.
Simone Bernardini è un’energia musicale pressoché inesauribile che si concede con generosità anche per iniziative di nicchia, a patto che queste siano sorrette dall’impronta dell’originalità e della passione per la musica. È il caso di Musica nei Borghi all’interno del festival Opera Barga, che si snoda in tre sedi: Barga, Bagnone, Cutigliano.
Una settimana all’interno del festival dell’Appennino toscano favorevolmente recepito dal pubblico e apprezzato dalla critica più esigente.
Quest’anno in particolare, il 18 luglio, a conclusione della settimana di musica a Bagnone, Bernardini presenterà nel Teatro F. Quartieri un programma di sicura presa con Le Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi come pezzo forte, che eseguirà con i sedici elementi dell’ensemble Le Musiche che oltre a Bernardini vede come secondo violino Helena Madoka Berg, anch’essa membro permanente del Berliner Philharmoniker, Andreas Willwohl, viola solista dell’orchestra sinfonica della Radio di Berlino, Barbara Oehm violoncello dell’Opera di Zurigo e Patrick Dussart, viola solista dell’Opera di Rouen. Un gruppo di archi davvero di primissimo ordine.
MUSICA NEI BORGHI _ IL PROGRAMMA
15 . 16 . 17 luglio,dalle 11 alle 12.30
Educazione musicale a cura della Banda Santa Cecilia di Bagnone e dedicato a bambine e bambini del campo scuola “Open Children’s Museum” del Comune, gestito dall’Associazione Donne di Luna.
Nel corso delle tre giornate i bambini saranno avvicinati alla musica attraverso proiezioni, ascolto musicale e contatto con gli strumenti musicali, in particolare al pianoforte grazie alla presenza a Bagnone del musicista sudafricano Simon Louw.
15 . 16 . 17 luglio,dalle ore 18 alle 20
Nelle sale della Pinacoteca Garavaldi, per un pubblico adulto, sarà possibile la visione di filmati a carattere musicale ed una mostra dedicata ai dieci anni di Musica nei Borghi a Bagnone.
Le iniziative vogliono sensibilizzare i piccoli cittadini, ma non solo, alla musica come espressione di arte ed anche valorizzare la manifestazione.
Concerti serali in diverse sedi del borgo:
15 luglio _ in Piazza Santa Maria
16 luglio _ a Castiglione del Terziere nella chiesa SS. Annunziata
17 luglio _ in Piazza Santa Maria. La Filarmonica Santa Cecilia di Bagnone interpreterà un repertorio di musica classica.
18 luglio _ nel Teatro Comunale F. Quartieri di Bagnone. Simone Bernardini, Le Quattro Stagioni di Vivaldi.
19 luglio _ nella frazione di Treschietto
Musica nei Borghi si svolge grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara.
Le Stagioni di Vivaldi, musica descrittiva o allegorica?
di Leonardo Castellucci
Pubblicato in 100castelli, sulla via Francigena in Lunigiana. Cinquesensi editore
Una vita inquieta, di cui si possono intuire i risvolti da romanzo d’appendice, com’è stato per qualsiasi talentuoso artista settecentesco, diviso fra libertinismo, inquietudini personali, bisogno d’indipendenza, tendenza alla trasgressione, frutto di un tempo in rapido cambiamento di modelli sociali e ideali. Il tempo dell’illuminismo e della messa in discussione di qualsiasi ordine sovrano. Antonio Lucio Vivaldi, figlio di un barbiere d’origine bresciana, poi ottimo violinista alla Cappella di San Marco, fu uno di questi irrequieti attori, figli di un’età in rapida trasformazione. Irrequietezza e inquietudine che il veneziano tradurrà in una musica attraversata da una grande carica innovativa dal punto di vista formale con, in più, una personale impronta che ne sancirà l’imperitura fortuna: quella di una geniale inventiva che si esprime attraverso una vibrazione di leggerezza, quasi di divertita disillusione, nella traccia di un’assoluta imprevedibilità.
Il ‘Prete Rosso’, al secolo Antonio Vivaldi, ormai da tempo spretato per scarsissima vocazione alla vita ecclesiastica, ha 47 anni quando dà alle stampe il fondamentale Cimento dell’Armonia e dell’Invenzione, opera composta da dodici concerti, sette dei quali ‘descrittivi’, cioè a dire, riferiti ad argomenti narrativi. Tra questi i celeberrimi concerti de Le Quattro Stagioni. Una sorta di ‘musica a programma’ ante litteram che anticiperà o forse è più esatto dire getterà i primi semi di un gusto musicale che troverà solo nel Romanticismo e nel tardo Romanticismo il suo apogeo, con la Sinfonia N.6 di Beethoven (la Pastorale), descrizione in musica di un violento mutamento climatico che vedrà lo scoppiare di un temporale e il ritorno del sole sopra i cieli della Foresta Nera. O nei poemi Sinfonici di Liszt. Lo stesso scoppio e lo stesso tempestoso sciorinare d’archi che Vivaldi, appunto, esprime nel quarto dei suoi concerti, in Mi maggiore, detto L’Inverno, dove nel primo movimento (Allegro non molto) il freddo e le folate di vento, tipiche del periodo, sono evocate da un tremare di violini che salgono sopra il tutto orchestrale e introducono l’ingresso del violino solista che diventa un vento forte e imprendibile che batte sul mondo. E i quattro concerti sono una continua e formidabile evocazione di ‘condizioni di natura’, ma anche di stati d’animo: la letizia de La Primavera (in Mi maggiore), annunciata gioiosamente nel primo tempo con un tema sereno, zeppo di trilli d’uccelli che svolazzano nei pressi di un onomatopeico ruscello. Un canoro incanto, rotto da un lontano rumoreggiare dì un temporale che, tuttavia, viene ricacciato dagli zefiri di primavera. E ancora L’Estate (in Sol minore), con una frase bellissima che sia avvia lenta, spossata, come resa affaticata dal gran caldo di stagione, che poi si rianima col canto d’un cardellino e poi di un altro ma che poi annuncia un temporale che di lì a poco s’abbatterà con la forza d’una tempesta che cresce in intensità e pathos in rutilanti progressioni armoniche. E infine il festoso e avvinazzato Autunno (in Fa maggiore) dove si descrive, in un gioco sottile di archi e di fiati, una festa campestre che richiama il “ballo e il canto dei villanelli” e in cui il violino solista deve affrontare e musicalmente rendere lo stato di ebbrezza del popolo minuto, in un funambolico passaggio dal ritmo sincopato. Ma il demoniaco ‘Prete Rosso’ riesce a fare di più. Non si riferisce a un testo aulico su cui poggiare, la sua immaginazione musicale, ma scrive da solo 4 sonetti, rispettivamente dedicati alle stagioni. Componimenti di non altissimo valore metrico e lirico ma sufficientemente colti e abili da chiudere un’opera tutta ‘fatta con le sue mani’, quelle di uno sfuggente e festoso musicista che interpretò la propria vita come una continua possibilità di scoperta e che funse da esempio e da stimolo per molti suoi contemporanei. Per Johann Sebastian Bach, in primis.