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Sotto le luci della grande distribuzione Società

Luci scintillanti e lustrini, ragazze sempre perfette,donne impeccabili e i pochi uomini presenti, pure. Aria ovattata, da grandi compere, e tutto sembra scivolare via come in una fiction televisiva dal lieto fine.
Ma qualcosa stona, andando a guardare oltre l'atmosfera vanigliata di un grande, storico centro commerciale, la Rinascente di piazza della Repubblica.

Che qualcosa non quadra, lo dice a chiare lettere la raffica di scioperi e mobilitazioni previsti per i prossimi giorni: dallo sciopero di 4 giorni (Pasqua, Pasquetta, 25 aprile e primo maggio) alla prevista fiaccolata del 13 aprile contro le liberalizzazioni, fino alla prossima serrata, da confermare, il 16 aprile. Cosa c'è che non va, lo apprendiamo da una battagliera associazione, che riunisce gli addetti alla vendita dei grandi negozi del centro storico, e che parte dalla Rinascente di piazza Repubblica: "Giù le mani dai festivi". E sarà proprio dalla Rinascente che parte il nostro viaggio sulle condizioni del lavoro nelle grandi catene.

Intanto, i ritmi di lavoro. "Non male, guardando dall'esterno – spiegano le donne dell'associazione – si tratta per lo più di contratti indeterminati part-time. Part-time, con un'unica certezza: si lavora la domenica. Sempre". Perchè? "Il part-time adottato dalla Rinascente, per le nuove assunzioni, infatti è verticale, vale a dire che si fanno tutte le ore, magari concentrate, in alcuni giorni alla settimana  – continuano a spiegare –  vale a dire, l'ingresso per un lavoratore passa da un part-time domenicale: il primo contratto è per le otto ore di sabato e domenica. E' un tipo di contratto appetito in particolare dagli studenti, che così possono guadagnare qualcosa senza che ne risenta la frequenza universitaria. Perfetto. Lo sviluppo avviene attorno a questo nucleo: via, via, se il lavoratore dà la disponibilità, ci si allarga aggiungendo ore negli altri giorni della settimana: 4 ore il lunedì, per esempio, o via così fino ad arrivare al sospirato "contratto fisso". E poi, in seguito, al full-time. Che comprende sempre, ovviamente, quelle maledette domeniche. Peccato che questa tipologia non riguardi solo gli studenti ma anche chiunque venga assunto e che l'università se la sia già da un po' dimenticata!".

"Lavorare sempre la domenica, rinunciando alle festività per sempre, anno dopo anno, crea un problema forte dal punto di vista psicologico – commentano alcune esponenti del movimento "Giù le mani dai festivi", che si costituì l'anno scorso, in occasione della delibera comunale che permetteva ai negozi di tenere aperto come e quanto volessero – la domenica è il giorno della riunione della famiglia, della condivisione, della partecipazione ad eventi comuni. Essere sempre assenti comporta uno straniamento e una cesura di rapporti che a lungo termine può essere devastante". Le donne che parlano hanno cognizione di causa, essendo tutte in situazioni più o meno simili.

"In realtà – continua l'associazione – questo non è che un passo, il più evidente forse, verso la concezione del consumare ad ogni costo, come se non ci fosse attività umana più degna e gratificante che comprare. Un'idea pericolosa, perchè poi tracima dalle cose alle persone, trascinando gli esseri viventi nello stesso girone infernale delle cose: ecco dunque i rimbrotti perchè sei troppo grassa per stare al pubblico, o hai i peli sulle braccia, o i tuoi capelli non hanno proprio la piega o il colore giusto. Attacchi diretti, in fin dei conti, contro la persona, il suo modo d'essere, devastanti perchè portati in un ambito in cui le tutele ormai sono finite, sacrificate all'altare del vendere di più".
Un dato, forse più di altri, può dare l'idea della situazione: la percentuale di personale che utilizza un sostegno psicologico professionale o usa psicofarmaci è alto, e sta salendo.

Del resto, un altro dei punti, oltre la battaglia sui festivi, preso di mira dall'associazione è il trattamento della maternità. "Quando si rientra dalla maternità, è possibile avere un part time– spiegano le donne –ma la riduzione oraria non sempre aiuta perchè, essendo aperti dalle 9 alle 21, il part-time può cadere dalle 17 alle 21. Di fatto, in una fascia oraria assolutamente inutilizzabile per la lavoratrice, cui sarebbe più utile una fascia mattutina, quando solitamente glli altri membri della famiglia sono al lavoro e il bambino rimane solo". Non per niente, il numero degli abbandoni del ciclo produttivo da parte delle lavoratrici è altissimo proprio in questa fase.

Concludono le donne: "Lustrini e luci abbaglianti per l'esterno, false condivisioni e sorveglianza pressante all'interno dell'azienda". E, a proposito del convinto accelerare sul pedale della vendita e del consumo, l'associazione porta un esempio in un certo senso emblematico: alcuni giorni al mese, la Rinascente mette in atto una politica incentrata sul cliente e sulla sua gratificazione, giorni speciali in cui possono essere dati consigli sullo shopping, il trucco, la persona. "In questi giorni – spiegano le donne dell'associazione – le commesse devono portare un foulard viola-fucsia, più una spilla dello stesso colore con TVTB e un altro cartellino con l'incitamento a farsi consegnare la card del centro commerciale. Slogan sulla card: "Facile averla, chiedimi come". Nessun problema – assicurano le donne – ma il messaggio, insieme all'ambientazione, che rischia di passare è una volta ancora la commercializzazione anche delle commesse, nella generale logica del 'si può comprare tutto ciò che vedi'".

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