Stadio Franchi, lo Studio Arup si aggiudica il concorso internazionale

Firenze – Stadio Franchi, è lo Studio Arup, capoprogettista David Hirsch, a vincere il concorso internazionale per il restylig di uno dei più significativi stadi italiani, concepito dalla genialità di Pier Luigi Nervi. Ma non si tratta del solo stadio, inaugurato nel 1931 e monumento nazionale, a essere entrato nell’ottica del concorso, bensì anche l’intera area di Campo di Marte, interessata alla riqualificazioe.

Il nome del vincitore nonché i rendering che mostrano l’opera sono stati presentati nel corso di una lunghissima cerimonia che si è tenuta in Palazzo Vecchio, nel Salone dei Cinquecento, che ha visto l’intervento, oltre al sindaco Dario  Nardella e al presidente della Regione Eugenio Giani, di numerose personalità appartenenti al mondo del calcio e in particolare alla storia recente e passata della Fiorentina, fra cui il direttore generale della Fiorentina Giuseppe Barone, i campioni dello scudetto 68/69, Gabriel Batistuta e Giancarlo Antognoni. Saranno presenti anche il presidente del Coni Giovanni Malagò e il presidente della Figc Gabriele Gravina. Ci sarà anche il ct della Nazionale Roberto Mancini. Non è potuta invece esserci invece la Fondazione Nervi, che era stata invitata ma Marco Nervi ha scritto al sindaco facendo i complimenti “per avere svolto il concorso in tempi così rapidi e in maniera così efficiente”.

Il concorso internazionale ha visto la partecipazione di ben 31 progetti, da cui sono stati scremati 8 finalisti. Al concorso hanno partecipato tanti studi prestigiosi di tutto il mondo, mentre rumors riportano che ci sono state dolorose esclusioni, anche di nomi illustri a livello internazionale, per irregolarità nella presentazione dei progetti concorrenti, come l’aver lasciato il nome dello studio sul progetto o aver presentato doppia cartella. Alcuni progetti sono stati invece esclusi per non rispondenza ai requisiti richiesti. Qualche meraviglia  è corsa fra gli esperti al’annuncio del vincitore, dal momento che sembrava candidato alla vittoria un noto studio fiorentino.

Per quanto riguarda le risorse, 95 milioni arriveranno dal Recovery Fund (e il Comune ne ha chiesti altri 50). Il nuovo stadio dovrà mantenere la torre di Maratona, le tribune e le scale elicoidali mentre saranno create nuove curve davanti a quelle esistenti, spazi commerciali (qui potrebbe entrare in gioco la Fiorentina) e un albergo intorno al Franchi. La roadmap ha tempi certi, e stretti: i cantieri devono partire nel 2023 (probabilmente a ottobre) e chiudere entro il 2026.

Lapidario Gabriel Batistuta, che, nel corso della cerimonia ha detto: “Sarei stato triste se si fosse deciso di rifare un nuovo stadio senza ripartire dal Franchi. Il Franchi è casa mia, così come Firenze è casa mia”. Concetto ribadito da Giancarlo Antognoni. “Ho passato più tempo al Franchi che a casa mia. Fa piacere vedere che ci sarà un restyling”.

Obiettivo del restyling dell’area del Campo di Marte nasce dalla volontà di raccogliere e far risaltare gli elementi del paesaggio naturale e antropizzato di Firenze, ponendosi come interpretazione di una visione territoriale integrata e di forte identità. L’idea alla base dell’intervento è quella di completare il progetto di riqualificazione dello Stadio Artemio Franchi con un sistema urbano vivo ed efficiente, capace di rinnovare l’immagine stessa della città creando uno spazio pubblico per la comunità.

Il progetto considera il Campo di Marte alla stregua di un grande parco urbano attrattivo per i residenti e per i numerosi turisti che visitano la città storica.

Ulteriore eleganza alle strutture disegnate da Nervi sono due grandi fogli simili ad ali che si levano sul paesaggio di Campo di Marte e che puntualizzano una visione caratterizzata da una forte componente paesaggistica. Gli spazi “levitanti” offrono nuove prospettive sulla città e sul paesaggio circostante integrandosi con leggerezza nello skyline cittadino. Un progetto che costituisce un nuovo polmone verde per la città di Firenze. Un’area che diventa fruibile da tutti i cittadini e non solo nei momenti agonistici.

Il progetto vede una suddivisione dell’area per macroaree funzionali: sul lato ovest lo stadio, al centro il parco attrezzato e le nuove funzioni, a est il parco sportivo, e, nella parte nord, la riqualificazione del parco urbano esistente. Oltre al parco attrezzato fra i due nuclei sportivi, che rappresenta il centro compositivo dell’area, la funzione commerciale che consta di 5000 mq, è ospitata sul lato nord ovest, in una struttura open space ad un unico livello che si affaccia sulla struttura nerviana; lungo il V.le Paoli sono concentrate le funzioni direzionale e turistico ricettiva (5000 mq ciascuna), articolate su più livelli. Mantenuto il vecchio parco urbano che prevede spazi per attività sportive e ludiche all’aperto con aree dedicate al gioco dei bimbi, al tempo libero degli anziani, e, nell’angolo nord est, ai giovani, con la nuova collocazione dello skate park. Gli impianti della polisportiva Affrico sono integrati da un nuovo palazzetto polifunzionale che si colloca in adiacenza al polo ricettivo-direzionale affacciandosi sul nuovo boulevard di viale Paoli. Il campo e le strutture per il baseball rimangono inalterati. La palestra della Fiorentina viene mantenuta ed inglobata nelle nuove volumetrie, così come la piscina interrata, che viene spostata in adiacenza alle strutture ricettive e direzionali.

Lo Stadio Artemio Franchi.  Il progetto di riqualificazione dello stadio è incentrato sulla nuova copertura, una lama sottile rettangolare metallica studiata per ridurre al minimo l’impatto visivo sullo skyline ed esaltare l’orizzontalità dell’opera di Nervi, interrompendosi in corrispondenza degli elementi iconici quali la torre di Maratona e la pensilina storica. La copertura, di forma rettangolare, copre tutto il perimetro della vecchia struttura rastremando il suo spessore verso l’interno fino al bordo del campo da gioco. Essa permette di proteggere dalle intemperie anche le vecchie gradonate, nonché di minimizzare l’effetto isola di calore ombreggiando ampie porzioni del piazzale adiacenti lo stadio.

L’addizione più rilevante sono le nuove tribune. Affinché il loro necessario inserimento non comprometta sia l’immagine storica della cavea che le strutture di curve e curvini, il progetto propone una struttura del tutto indipendente, il cui distacco dalla nuova copertura non altera l’orizzonte libero del vecchio stadio. Le vecchie gradinate di curve e curvini torneranno allo stato originario e vedranno nuova vita (cinema, museo, auditorium). La particolarità di questi spazi sarà tale da coniugare conservazione e valorizzazione in forme assolutamente inedite.

Per quanto riguarda la sostenibilità del masterplan si basa sul raggiungimento di uno sviluppo Net Zero Carbon tramite l’implementazione di strategie energetiche e di gestione delle acque volte a valorizzare il rapporto simbiotico tra lo stadio, il parco e gli altri edifici del masterplan. Il risultato è un innovativo sistema energetico di distretto che promuove il recupero e la condivisione di energia fra i vari utenti urbani.

La nuova copertura dello stadio permetterà la produzione di energia rinnovabile tramite pannelli fotovoltaici per servire sia lo stadio che gli edifici del masterplan. Si stima che circa 2,1 MWh di elettricità all’anno potrebbero essere prodotti, sufficienti per coprire il 25-30% del fabbisogno elettrico annuo del masterplan. La nuova copertura permetterà anche la raccolta di grandi quantità di acqua piovana che, immagazzinata in vasche sotterranee, potrà essere riutilizzata per l’irrigazione dei campi e altri usi non potabili all’interno degli edifici.

Per quanto riguarda la cantierizzazione e le tempistiche del progetto, la riqualificazione dell’area Campo di Marte, la programmazione del masterplan prevede due fasi: la prima – ‘vela nord’ che comprende l’area commerciale; la seconda – ‘vela sud’ che prevede la costruzione del compartimento terziario/ricettivo lungo Viale Paoli. L’area del cantiere prevista per la prima fase non va in conflitto con i lavori sullo stadio e permette di sfruttare la stessa zona di stoccaggio e le baracche di cantiere.

Per quanto riguarda lo Stadio A. Franchi, il progetto ambisce a ridurre l’impatto sulle stagioni calcistiche nella fase di cantiere consentendo la continuità delle partite per tutta la durata dei lavori. L’intervento di riqualificazione dello stadio sfrutterà gli ampi spazi ricavati dalla rimozione di parte dei campi sportivi presenti nell’area di Campo di Marte che verranno dedicati a luoghi di stoccaggio e baracche di cantiere riducendo l’impatto sulla viabilità e le attività sportive nello stadio. Al fine di mantenere attivo l’impianto sportivo, si stima di sviluppare il cantiere per la costruzione delle nuove tribune e della copertura in fasi per una durata di due stagioni calcistiche. Iniziando i lavori durante le pause estive, il cantiere interesserà esclusivamente una metà dello stadio per fase, garantendone quindi una continuità operativa a capienza ridotta.

Sarà possibile consentire l’utilizzo dello stadio per la terza stagione calcistica già con capacità al 100% e con tutti i posti al coperto. Nel corso della terza stagione calcistica si effettueranno gli allestimenti definitivi di alcune funzioni in fase di completamento inserite nella struttura a servizio degli spettatori.

“Sono tante le persone da ringraziare – ha detto il sindaco Dario Nardella al termine della serata – la giuria internazionale, di livello altissimo e indiscutibile e il ministero dei Beni culturali con il quale abbiamo ottenuto il finanziamento che ci permetterà di realizzare il nuovo stadio che dovrà rispettare i tempi stabiliti dall’Europa. I lavori dovranno iniziare entro il 2023 – ha aggiunto Nardella- e finire nel 2026. Ringrazio la Fiorentina che ha avuto pazienza e si è dimostrata disponibile: ci metteremo subito al lavoro con loro per vedere i dettagli del progetto. E ringrazio tutte le Istituzioni che ci hanno sostenuto, perché non saremmo arrivati fino a qui senza lo spirito di squadra: penso alla Fondazione CR Firenze, a Intesa San Paolo, alla Figc e al Coni. Tutti i progetti erano belli, il vincitore è un progetto che ha l’eleganza e la sobrietà tipiche della città di Firenze: non è né troppo né troppo poco, è attento all’ambiente e alla sostenibilità e tiene conto anche della fattibilità. Inoltre, valorizza la storia dell’architettura di Nervi e ha trovato allo stesso tempo una buona soluzione nel configurare gli spazi utilizzabili. Sarà uno stadio che potrà essere utilizzato tutti i giorni”.

“Crediamo moltissimo in questa operazione – dichiara il Presidente di Fondazione CR Firenze Luigi Salvadori – perché scrive una nuova e importante pagina della Firenze del futuro. Contribuiamo, assieme a Intesa Sanpaolo, ad uno straordinario intervento di rigenerazione urbana come già fatto in passato col Complesso delle Rampe di Giuseppe Poggi e la nascita del nostro Innovation Center nell’ ex granaio della famiglia Medici, ora uno dei più importanti hub dell’innovazione. Ma il nostro legame con l’opera di Nervi è dovuto anche al fatto che, tra i protagonisti della sua costruzione figura Luigi Ridolfi, discendente di Cosimo Ridolfi che è stato-nel marzo 1829 – il primo presidente della Cassa di Risparmio di Firenze di cui Fondazione CR Firenze è giuridicamente e idealmente l’erede. Sono anche grato al premier Mario Draghi di avere citato lo stadio tra gli interventi più importanti in corso a Firenze”.

“Il progetto di restyling dello stadio Franchi è un’opportunità per Firenze e non soltanto. Nelle complesso delle sue finalità – Fabrizio Paschina, Executive Director Comunicazione e Immagine Intesa Sanpaolo – rappresenta un modello di ingegneria urbanistica, di valorizzazione, di sostenibilità e di rilancio economico e sociale. Lo stadio di Firenze è più di un monumento, è un luogo identitario ed è stato riconosciuto come opera strategica da preservare e valorizzare per l’intero Paese. Intesa Sanpaolo ha aderito con entusiasmo a questa spinta progettuale, nella consapevolezza di contribuire non solo a preservare l’immenso e variegato patrimonio di questo territorio, ma soprattutto di partecipare ad una operazione ad elevato impatto sociale e sostenibile”.

Foto: Luca Grillandini, rendering ufficio stampa

 

 

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