
Firenze – La Corte di Cassazione ha pronunciato il verdetto finale su un processo durato quasi 12 anni. La strage di Viareggio ha avuto un percorso giuridico lungo, ma d’altronde il caso era complesso e la ricerca delle responsabilità andava fatto con uno studio attento degli atti.
Appello bis per disastro colposo, mentre le accuse di omicidio colposo cadono in prescrizione a seguito dell’esclusione dell’aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza nel lavoro, questa è stata la decisione finale.
La Cassazione, in questo modo, ha ridimensionato notevolmente il peso delle pene che erano state assegnate precedentemente dai Tribunali ordinari. Nel 2017 il Tribunale di Lucca condanna 23 dei 33 imputati accusati a vario titolo di disastro ferroviario, incendio colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni personali. Nel 2019 la Corte di Appello di Firenze ha convalidato l’impianto accusatorio del verdetto pronunciato dai giudici di primo grado, confermando le condanne ai vertici di Ferrovie: sette anni per Mauro Moretti, sei anni per Michele Mario Elia e Vincenzo Soprano.
Infine il giudizio di terzo grado di ieri, ha confermato per 11 imputati, tra cui ex ad di Trenitalia Vincenzo Soprano, oltre a sette dirigenti di società tedesche e austriache del trasporto ferroviario e ai manager italiani Paolo Pizzadini, Daniele Gobbi Frattini e Mario Castaldo la responsabilità per il reato di disastro ferroviario colposo.
La Corte di Appello di Firenze dovrà giudicare non più sulla sussistenza del reato, quindi, bensì sul trattamento sanzionatorio per il reato di disastro ferroviario, artt. 430 e 449 del codice penale. Sebbene la pena per disastro ferroviario è punita con la reclusione da cinque a dieci anni, secondo l’art 449 la pena può raddoppiare in caso di disastro ferroviario, allungando di fatto il tempo per la prescrizione, che cade in base alla durata della pena.
Qui nasce la speranza dei parenti, che ieri sono tornati nelle loro abitazioni delusi e amareggiati, con ormai l’unica aspettativa che non venga prescritto anche il reato di disastro ferroviario.
“Risulta difficile commentare una sentenza del genere. Come Provincia di Lucca siamo vicini ai familiari delle vittime della strage, che anche oggi non hanno avuto le risposte che aspettano dal 2009.”, commenta così Luca Menesini, presidente della Provincia di Lucca.
“Adesso dobbiamo ripartire con il processo bis in Corte di Appello – conclude Menesini -. Nei prossimi giorni, con gli avvocati, approfondiremo ed esamineremo le motivazioni della sentenza di terzo grado. Rimane il fatto che oggi è stato scritto un altro capitolo triste e doloroso di questa già tragica storia”.
Infatti proprio in queste settimane in Parlamento è stata discussa la riforma sulla prescrizione, ma per adesso ancora non ha portato nulla di fatto ma solo grandi spaccature politiche. Il 14 gennaio scadono gli emendamenti alla riforma del processo penale e il governo dovrà decidere che tipo di cambiamenti apportare al sistema giudiziario, affinché stragi di questo tipo non rimangano impunite a causa della lunghezza dei processi.