
Siena – Il Dpcm del 26 aprile che ha oggetto le misure da attuare nella cosiddetta fase 2 finalizzata a impedire l’espandersi della pandemia merita precisazioni e approfondimenti. I passaggi che concernono le forme consentite per assicurare, nei limiti che la situazione impone, la libertà religiosa è tra quelli che hanno attirato più critiche: non tutte