
Firenze – “… in questi dipinti non appaiono, se non appena accennate, descrizioni d’interni o di atmosfere: la scena è affollata di oggetti o “scorie”, come le definisce Luciani… che diventano segni, composizioni ritmate sul confine dell’astrazione”. Così scrive lo storico e critico d’arte Nicola Nuti nel catalogo di Fabio Luciani, nella presentazione delle opere in