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Tav, dirigente rimosso: “Interessi troppo grandi” Cronaca

Interessi e appetiti troppo grandi. Ha le idee chiare l'architetto Fabio Zita, fino alla determina del 15 giugno 2012 responsabile degli uffici regionali che rilasciano le Via (valutazione impatto ambientale) necessarie per intraprendere un 'opera sul territorio. E' lui, il signore che da intercettazioni riportate su tutti gli organi di stampa stamattina viene definito dall'ex-governatrice dell'Umbria Maria Rita Lorenzetti (ai domiciliari nell'ambito del nodo toscano delle indagini sulla Tav) “stronzo” ma anche “terrorista”.  
''La sostituzione da responsabile dell'ufficio Via della Regione Toscana fu immotivata e lesiva della mia professionalità; scrissi al mio dirigente che accettavo la decisione dei vertici regionali solo per spirito di servizio'': Ecco ricostruita da Zita la sostituzione subita nel giugno 2012 da capo dell'ufficio Via.

Una vicenda che secondo l'inchiesta della procura di Firenze e le valutazioni del gip, giudice Angelo Pezzuti,  fu la conseguenza delle pressioni messe in atto dallo staff della presidente di Italferr Lorenzetti sulla Regione Toscana.
E, per quanto riguarda il nuovo dirigente dell'ufficio, dice il gip, sarebbe stato ''calato dall'alto'' con ''nomina prima di una plausibile ragione tecnica''. Tant'è vero che lo stesso dirigente, Paola Garvin, avrebbe ammesso di non essersi mai occupato di impatto ambientale e ancora meno di rifiuti.
Tra i vari progetti a cui lavorava l'ufficio di Zita, proprio quello che si doveva concludere col rilascio del parere sui lavori per il tunnel Tav di Firenze; in particolare, su quelle terre di scavo che Italferr e il consorzio Nodavia volevano fossero considerate sottoprodotti edili e non rifiuti speciali. Ma i pareri tecnici pervenuti a Fabio Zita erano di tutt'altro segno. Vale a dire: quella miscela di terra e additivi chimici fra cui la bentonite non era classificabile come “sottoprodotto edile”.

E dunque? Ecco come la racconta Zita: nell'estate del 2012 fu convocato dal direttore generale della Presidenza della Regione Toscana Antonio Davide Barretta. “Mi disse che era opportuno che mi dedicassi ad un'altra esperienza lavorativa. Gli dissi che non gradivo questa impostazione e poi scrissi una lettera di due pagine a lui e alla direzione del personale della Regione '' esprimendo ''una serie di eccezioni'' quindi ''venni trasferito a responsabile del Piano paesaggistico regionale''. E così, il 3 luglio 2012, dopo 18 anni di servizio (nel corso dei quali, fra il 2008 e il 2009, aveva ricevuto minacce di morte rivolte alla sua famiglia per una questione legata all'eolico nel pisano), l'architetto Franco Zita si ritrovava fuori dall'ufficio per il rilascio della Via in Toscana.

Da parte della Regione, ieri in una nota sulla vicenda, si legge: “Non esiste alcun legame tra la destinazione ad altro incarico del dirigente regionale Fabio Zita e le delibere di valutazione di impatto ambientale presentate dalla giunta regionale in merito alla destinazione a Cavriglia delle terre di scavo provenienti dal sottoattraversamento di Firenze. Si è trattato di una decisione autonoma del direttore generale della presidenza inerente a motivati argomenti organizzativi e di un regolare avvicendamento dei dirigenti regionali. Infine, il parere positivo espresso dalla Regione Toscana sulla valutazione di impatto ambientale riguardante la destinazione delle terre di scavo provenienti dal sottopasso di Firenze si fonda soprattutto sui contenuti del decreto ministeriale n.161 del 2012, che prevedono un differente criterio di classificazione delle terre di scavo, non più definite come "rifiuti", bensì come "sottoprodotto" riutilizzabile a seguito di autorizzazione ministeriale”.

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