
Firenze – Una riconversione verso il wellness e una scommessa sul turismo transfrontaliero puntando all’utilizzo di risorse messe a disposizione dall’Europa. Sono questi i pilastri dello sforzo che sta compiendo la Regione Toscana per fa raggiungere l’equilibrio gestionale della società partecipata che gestisce le terme di Mntecatini “mettendo in atto una strategia di medio e lungo periodo per recuperare competitività”. Ieri la Corte di Conti aveva tirato le orecchie al governo regionale per non avere ancora risolto il problema delle partecipate che producono solo conti in rosso.
La questione Montecatini è stata al centro del primo giro di audizioni degli assessori regionali nelle commissioni consiliari. La seconda Commissione (che si occupa di sviluppo economico e rurale, cultura, istruzione e formazione), presieduta da Gianni Anselmi (Pd), ha ascoltato il nuovo assessore regionale all’Ambiente Federica Fratoni e l’assessore al Territorio Vincenzo Ceccarelli, al suo secondo mandato.
L‘attenzione si è soffermata sulle attività termali e le acque minerali e sulle cave e torbiere. L’assessore Federica Fratoni ha sottolineato come, riguardo all’argomento terme, “in Toscana esse abbiano una loro importante specificità in cui confluiscono capacità di attrazione turistica, attività sanitaria, attività delle partecipate regionali”. La situazione più complessa è quella di Montecatini Terme, “per la quale è in atto uno sforzo importante da parte del governo regionale, e per cui si sta mettendo in atto una strategia di medio e lungo periodo per recuperare competitività”. Fratoni ha inoltre ricordato come l’intenzione della Regione Toscana sia quella di sostenere la competitività delle aziende con il contenimento dei costi energetici, di gestire al meglio accordi di programma (come quelli che riguardano Piombino e Livorno) e protocolli di intesa (Massa Carrara) e di puntare, inoltre, sulla valorizzazione turistica dei parchi della Toscana.
L’assessore al Territorio ha illustrato nel dettaglio la recentissima legge sulle cave. “La filosofia della legge – ha ricordato Vincenzo Ceccarelli – è ridurre la quantità di risorsa estratta, perché si tratta di un bene esauribile, ma di dare ad essa un maggiore valore, alimentando una filiera corta che possa avere riverberi positivi su tutta l’economia locale”. Per l’assessore la Toscana ha prodotto una legge estremamente coraggiosa e per certi versi rivoluzionaria, proponendo una soluzione a questioni in sospeso da oltre 250 anni. Un articolo del provvedimento è stato impugnato dal governo “per questioni di competenza e non di merito, riconoscendo che la Regione Toscana ha riempito un vuoto legislativo”. Mentre si attende un pronunciamento a riguardo, la Giunta regionale dovrà dotarsi di un regolamento entro 180 giorni; entro due anni inoltre dovrà essere adottato il piano regionale delle cave, che sarà aggiornato ogni cinque anni.
È stato fissato un contributo di estrazione (che verrà spartito per il 90,5% ai Comuni, per il 5% alle Asl e per il 4,5% alla Regione) ad uso di infrastrutture e per la riqualificazione ambientale e territoriale.