
Firenze – Finanziamenti alle imprese, in Toscana qualcosa si è inceppato. A dirlo, è quel calo di circa 3,5 punti percentuali sulla media nazionale che riguarda il quinquennio che va dal 2014 al 2019. Un calo che riguarda i finanziamenti alle imprese con meno di 20 dipendenti, che per la media italiana è pari a una perditadel 18,9%, mentre per la Toscana arriva al 22,2%.
Dati senz’altro inquietanti che emergono da uno studio di Irsf Lab e Fisac-Cgil che oggi 24 novembre è stato esposto in un convegno a Pistoia promosso dal sindacato.
Il punto diventa ancora più interrogativo se lo mettiamo insieme a un’altra particolarità Toscana, vale a dire l’emersione contemporanea di un aumento dello stock dei risparmi sui conti correnti, appunto nel periodo 2014-2020. Particolarità tutta toscana, dal momento che la crescita segna un più 8 punti sopra la media nazionale: Italia +26%, Toscana +34%.
Secondo la Cgil, la Toscana potrebbe configurarsi come una sorta di terra di raccolta per il risparmio, ma con impieghi proiettati verso altri territori. Uno dei dati di fatto che peserebbe sulle circostanze all’esame, potrebbe essere la sempre minore presenza di direzioni generali di banche in Toscana, dove, sottolinea il sindacato, è rimasta solo Mps fra le spa.
Tornando al calo delle erogazioni di reddito per zona, siamo al -41,5% a Siena, -27,2% a Pistoia, -23,4% a Livorno. Pistoia in particolare merita la palma per il suo record negativo di-30, 1%, per finanziamento alle microimprese. “Numeri non spiegabili – sostiene Fisac-Cgil – solo con la eventuale scarsa selettività precedente o con la riduzione della domanda correlata al calo delle imprese attive perché, appunto, senza riscontri nel Centro-nord e con valori assoluti che ci avvicinano al Sud dell’Italia dove questo processo di desertificazione ha radici più antiche”.