
Firenze – Dai dati dell’Irpet e Unioncamere, illustrati stamattina a Sant’Apollonia, a Firenze, la fotografia economica della Toscana appare improntata a un tiepido ottimismo. Il primo dato conferma ciò che era già apparso chiaro nel 2014: sebbene non si possa ancora parlare di ripresa, attesa nel 2015 (+1,2%), la crescita zero della Toscana è migliore di quella italiana (-0,4%), dovuta come sempre ai migliori risultati sul fronte dell’export (+4,3%).
L’ottimismo è dovuto anche alle stime dei ricercatori verso l’anno in corso, stime che, sebbene siano da ritenersi sempre in bilico visti gli instabili scenari internazionali, vedrebbero per il 2015 il prodotto interno toscano crescere dell’1,2%, meglio dell’Italia che oggi è prevista al +0,8%, e del 1% nel 2016. E dovrebbe crescere ancora grazie all’export (+5,6%), cui però dovrebbe seguire anche una ripresa della domanda interna e soprattutto dei consumi delle famiglie (+1.1%), che, si legge in nota ed è risuonato in aula,“valgono comunque il doppio di tutte le esportazioni”.
Tornando al consuntivo generale, del 2014, le esportazioni rimangono sempre il punto di forza dell’economia regionale: infatti le esportazioni di beni e servizi sono cresciute, in termini reali, ancora del 4,4%, mentre gli acquisti dall’estero sono aumentati in misura più contenuta (+1,8%), contribuendo quindi al miglioramento della bilancia commerciale.
La domanda interna è risultata in calo anche nel 2014 e, ancora una volta, questo è avvenuto soprattutto per l’effetto negativo prodotto dagli investimenti. Sono proprio gli investimenti il “tallone d’Achille” del sistema toscano, che quest’anno hanno visto un altro scivolone (-3%) dovuto al cattivo stato di salute che non dà segno di arrestarsi del settore costruzioni, -0,7%, mentre la “caduta” degli investimenti in impianti e macchinari è in realtà più contenuta. Nel contesto gioca un ruolo importante anche la spesa pubblica corrente, che, a causa degli stringenti vincoli di bilancio, si è ulteriormente contratta in termini reali. Un dato che gioca un ruolo “pro-ciclico accentuando, cioè, anziché smorzare, la caduta della domanda interna”.
Leggera ripresa dei consumi interni, +0,7% di cui è responsabile l’incremento registrato nel reddito disponibile, che, assieme a una dinamica estremamente contenuta dei prezzi, ha accresciuto il potere d’acquisto delle famiglie dopo anni di contrazione. Il potere d’acquisto ha giocato un ruolo positivo sia nell’incremento dei consumi dei residenti che di quello dei turisti, alimentati quest’anno soprattutto dalla ripresa dei flussi nazionali (+2,5% per i turisti italiani, +0,1% per quelli stranieri) e confermando il ruolo determinante di questa componente della spesa alla crescita regionale.
Deflazione, l’incubo sembra scansato. Dai dati esposti dai ricercatori dell’Irpet, la lenta dinamica dei prezzi che ha caratterizzato il 2014 sembra dovuto in buona parte alla riduzione dei prezzi legata al calo del prezzo dei beni energetici, con ripercussioni positive non solo sui bilanci delle famiglie, ma anche su quelli delle imprese, consentendo alle imprese di ricostruire, almeno in parte, i margini di profitto e di mettere a segno una leggera crescita del valore aggiunto a prezzi correnti (+0,4%). L
Continua la flessione della produzione di beni e servizi del sistema economico regionale in termini reali: nel 2014 il dato è di un -1,3%, benché su ritmi decisamente meno accentuati rispetto a quelli del precedente biennio. La contrazione dei livelli di attività ha interessato tutti i principali macro-settori, restando ancora profonda nell’edilizia (-6,5%), mentre una riduzione meno accentuata (di poco superiore al punto percentuale) ha caratterizzato l’andamento dei servizi; flessioni di circa mezzo punto si registrano, invece, nell’industria in senso stretto e in agricoltura.
Annata non positiva per l’agricoltura, su cui hanno inciso eventi di vario genere, da calamità naturali a parassitosi di varia natura, che hanno avuto ricadute negative sulla produzione di olio. Sull’edilizia pesa invece una domanda che, tanto nella componente pubblica come in quella privata, resta ai minimi storici. Nell’industria, le dinamiche settoriali non mostrano sostanziali novità rispetto al quadro delineatosi nel corso degli ultimi anni. Confermate le performance positive delle imprese dei comparti ad elevato contenuto tecnologico, soprattutto con riguardo alla crescita della farmaceutica.
Sistemi locali tradizionali, arrivano segnali positivi, mentre una sostanziale tenuta riguarda l’industria meccanica e elettronica. Rimane sempre pesante la flessione del sistema-casa, con contrazioni di rilevo per i minerali non metalliferi ed il legno-arredo. La graduale attenuazione della recessione si è tradotta, nel 2014, in un arresto della caduta dei fatturati aziendali, rimasti nel complesso stabili sui valori dell’anno precedente. I fatturati aziendali sono dunque rimasti nel complesso nel 2014 stabili sui valori dell’anno precedente. Arretra ancora il fatturato delle imprese artigiane (-4,2%), che diminuiscono. Tra quelle chiuse e quelle aperte il saldo è negativo per 1031 unità. Nel complesso le imprese toscane prese nella loro totalità però crescono: + 0,6%, con la maggior crescita (+1,3%) nel terziario e le maggiori perdite nell’agricoltura (-603 unità) e edilizia (-699). Con le imprese più giovani che si confermano le più dinamiche.
Mercato del lavoro. Una notizia moderatamente buona giunge dal fronte dell’occupazione, che nel corso del 2014 ha cessato di contrarsi, e anzi mostra un leggerissimo aumento nel numero di occupati (520 unità in più). La dinamica sembrerebbe in ulteriore miglioramento nel 2015, dal momento che già nel primo trimestre si osserva un aumento degli occupati (+7 mila rispetto al medesimo trimestre dell’anno precedente) cui si associa una contestuale riduzione dei disoccupati (-10 mila, sempre su base tendenziale). Sempre nel primo trimestre del 2015 il saldo tra assunzioni e cessazioni dei rapporti di lavoro dipendente (indeterminato, determinato, somministrato e apprendistato), usualmente positivo in quanto in tale periodo dell’anno si addensano le assunzioni, risulta migliore (+33 mila unità) rispetto allo stesso periodo del 2014 (+30.000), risultando inoltre il valore più alto registrato dal 2009 in poi.