
Firenze – Le parole di Enrico Rossi hanno il sapore di un ultimatum: se le Poste manterranno il loro piano di chiudere 59 sportelli, riproponendo di fatto quanto avevano annunciato e poi sospeso all’inizio dell’anno, allora sarà guerra totale. “Gli anziani potranno ritirare la pensione in altri sportelli e potranno chiudere insieme ai Comuni e alla stessa Regione, i loro conti correnti postali”. Facciano bene i conti: la Regione e i suoi satelliti sono un cliente che vale per le Poste (fatturato 2014) circa 6,5 milioni.
E, per rendere ancora più forte lo spirito bellicoso, Rossi ne indica con pignola precisione tutti i singoli capitoli. Dalle commissioni dei bollettini delle tasse regionali incassa 1,5 milioni. A questi si aggiungono altri 300-400 mila di ulteriori commissioni per la rendicontazione che Regione, Asl ed enti dipendenti pagano a poste: 0,28 cent a bollettino. Più altri 500milal’anno per i francobolli mentre dalle Asl vengono diverse centinaia di migliaia di euro per l’invio dei referti medici e il recapito a domicilio dei farmaci. Infine c’è la gestione dei conti correnti e dei ritardi di giacenze, vale a dire altre centinaia di migliaia di euro.
Insomma è arrivata l’ora che l’amministratore delegato di Poste, Francesco Caio venga a Roma a discutere: “E dico a Rona, perché sono un Presidente di Regione e la sede giusta è Roma”, ha aggiunto Rossi. “Chiudere gli uffici che costano in fondo pochi milioni è un insulto agli anziani e non solo agli anziani che abitano in montagna e in aree marginali”. “Chiederemo ai toscani – conclude – di essere solidali con gli anziani lasciati soli nei paesi dove gli uffici postali tireranno giù i battenti e li inviteremo a chiudere conti e libretti che hanno presso Poste. A partire dal libretto che ha mio padre e che gli suggerirò di chiudere”.
Sara Biagiotti, presidente dell’associazione dei Comuni, e c’erano un paio di sindaci coinvolti dalle chiusure minacciate. “Le amministrazioni comunali saranno solidali e faranno la loro parte – dice Biagiotti – Parte delle convenzioni con Poste sono obbligate, altre possono essere negoziate. Soprattutto vorremmo costruire un modello di sportello diverso, polifunzionale ed aperto anche ad altri soggetti e servizi. Per questo chiediamo un tavolo di confronto con Poste”.
Gli uffici che secondo il nuovo piano di Poste dovranno abbassare la saracinesca per sempre sono 4 in provincia di Arezzo (Campogialli, Pieve a Presciano, Meleto e Mercatale), 6 in quella di Firenze (Pomino, Marcialla, Romola, San Donato in Poggio, San Martino alla Palma e Castelnuovo d’Elsa), 10 a Grosseto (Pereta, Santa Caterina, Selva, Montorgiali, Ravi, Torniella, Borgo Carige, Buriano, Monticello dell’Amiata e Talamone), 8 a Lucca (Mologno, Castelvecchio Pascoli, San Ginese, Lappato, Vorno, San Colombano, Valpromaro e Tereglio), 6 a Massa Carrara (Montedivalli, Vinca, Caprigliola, Serricciolo, Filetto e Canevara), 10 a Pisa (Corazzano, Ghizzano di Peccioli, Legoli, Luciana, Marti, Soiana, Treggiaia, Uliveto Terme, San Giovanni alla Vena e Castelmaggiore), 8 a Pistoia (Calamecca, Cireglio, Grazie, Pracchia, San Mommè, Villa Baggio, Montemagno di Quarrata e Tobbiana), 1 a Prato (Bacchereto) e 6 a Siena (Monticchiello, Pievescola, San Gusmè, Graccia no, Montisi e Serre di Rapolano).