
Firenze – Non è più il tempo che Berta filava: un detto popolare che vuole segnare la distanza da tempi molto lontani. Ad esempio, può essere usata se qualcuno resta attaccato al passato o se rifiuta di utilizzare internet . E capita che lo dicano figli e nipoti se mostriamo di non capire i loro gusti ecc.
Ma chi era Berta ? E perché si sottolinea il fatto che filava ?
Berta è un personaggio medievale che di solito viene identificato con Bertrada di Laon, moglie del re dei Franchi Pipino il Breve e quindi madre di Carlo Magno.
Il troviere Adenet le Roi autore del poema in lingua d’oil Li Roumans de Berte aus grans piés racconta che mentre era in viaggio per andare a sposarsi,Berta fu sequestrata dalla sua cameriera che si sostituì a lei.
Berta però fuggì e non riuscendo a tornare alla propria dimora si mantenne lavorando come filatrice fino a che (come una sorta di Cenerentola) l’inganno fu scoperto e Berta si fece riconoscere per un segno particolare aveva un piede più grande dell’altro (da cui il titolo del poema).
L’espressione proverbiale però di riferisce solo al fatto che Berta filava come facevano appunto le donne in un remoto passato quando non avevano vita sociale, non lavoravano, non studiavano.
C’è anche un’altra versione nelle quale si dice che un re ricompensò generosamente una provetta filatrice che gli aveva offerto un tessuto finissimo…ma quanto altri portarono i loro lavori e chiedevano analoghe ricompense avrebbe esclamato che era finito il tempo in cui Berta filava.
Tra l’altro sulla torre destra del Duomo di Fidenza c’è una formella in cui si vede una persona che regge dei bastoni rigonfi nella parte superiore che sembrano proprio due fusi . Per secoli si è pensato che si trattasse di Berta Ma oggi gli si è stabilito che si tratta di Alessandro Magno con in mano due lance in cui sono infilzati pezzi di carne destinati ad attirare dei mitici grifoni che lo avrebbero sollevato in cielo.
Peraltro, sull’altra torre del Duomo troviamo cinque formelle con Pipino il Breve e sue figlia Berta sorella Carlo Magno che viene rapida dei briganti e salvata da Milone di Clermont.
Una variante del modo di dire riguarda un’altra Berta famosa la moglie dell’imperatore Enrico IV che commossa dal dono dal fine tessuto donatale da un’ umile filatrice le concesse tanto terreno quanto il filo della matassa poteva circoscriverne.
A Firenze ho trovato anche la variante “Non siamo più al tempo di re Pipino” con allusione a Pipino il Breve, il marito di Berta, che aprì l’epoca carolingia 1250 anni fa.. quindi siamo agli albori del Medioevo …Quindi se uno si ostina a usare la macchina da scrivere invece del pc può capitare che senta dire “ guarda che non siamo più ai tempi di re Pipino.”
C’è una sfumatura diversa rispetto al detto su Berta che filava il quale ha anche una specifica valenza che riguarda le donne.. se un tale si sorprende perché le donne ricoprono ruoli che erano tipicamente maschili gli possiamo dire che “ è finito il tempo in cui Berta filava”.
Sempre a Firenze ho sentito anche un riferimento a Carlo Magno, figlio di Pipino e di Berta. Infatti si dice ne ha fatte più di Carlo in Francia nel senso che ne ha combinate molte ma talora anche nel senso più positivo di iperattivismo…il riferimento è alle continue guerre combattute da Carlo Magno
In Francia usano invece un detto più elogiativo verso l’imperatore carolingio.
Si dice Faire Charlemagne per alludere a chi è attento a difendere quanto ha conquistato ma, di solito, con un riferimento specifico al giocatore che quando ha fatto un buon piatto è in attivo , si ritira senza concedere la rivincita .
Foto: la statua di Bertrada di laon ai Girdini del Lussemburgo a Parigi