
C'era in Jarro della sincera filantropia, ma c'era anche il gusto per le “esagerazioni” e finzioni da aspirante narratore di feuilletons (gli anni successivi usciranno, pubblicati da Treves, ben quattro romanzi del noto ciclo del Commissario Lucertolo, fra cui I ladri di cadaveri, 1884).
Ecco un'altra sua “incursione giornalistica” nel quartiere del Ghetto, che non era più abitato dagli ebrei da molto tempo.
«Una di queste notti, ho seguìto un bravo e coraggioso uomo della Polizia, il quale si recava a far la visita consueta, per assicurarsi che alcuni sorvegliati erano in casa, non a commettere alcuna delle loro prodezze. Su un letto, come al solito, dormivano varii uomini e donne e bambini… Il bagliore del nostro lume, la voce dell'ufficiale di Polizia li destò. Alzarono il capo un istante: l'ufficiale accostò il suo cerino ai volti di tutti, e riconobbe chi era in casa. Dico casa, ma dovrei dire, come delle altre: spelonca. Le porte sono aperte: chiunque può entrare. Tutt'al più alcune hanno un nottolino interno, che si alza e si abbassa tirando uno spago viscoso, untuoso il quale, o bella e profumata lettrice, non osereste toccare !
Ognuno può entrare, sì, ma osereste voi, o bella lettrice, osereste voi, o azzimato bellimbusto, voi, uomo elegantissimo, entrar soli nel pien della notte in que'covili di uomini infami, dove si trovano perfino giovinetti di diciannove anni, che hanno commesso i loro tre e quattro reati di sangue?
Dunque, come vi diceva, il giovane ufficiale della Polizia muoveva il suo lume intorno al canile su cui dormiva tutta quella gente di mal nome.
– Guardi! – mi disse; e mi accennò un bambino di quattordici anni, profondamente addormentato, tutto nudo e con la testa penzoloni a' piedi del letto.
Il lume rischiarava la faccettina del bambino, magrolina, pallida, quasi serena.
‑ C'è qualche cosa di straordinario? ‑ dissi io all'agente di Polizia.
– Vede: questo bambino ha già subìto dodici condanne!! – »
immagine: un disegno del pittore Fabio Fabbi dalla quarta edizione del 1900