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Un’innovazione che si chiama Quarantine Innovazione

E’ la prima volta in Italia, la prima volta nel mondo. Un intero cantiere, un’area di 40mila metri quadri, sottoposta a una rigorosa quarantena che riguarda gli uomini, i mezzi, l’attività in svolgimento.
Una necessità, una condizione imprescindibile del lavoro che diventa innovazione. E’ ciò che succede nella yard di Avenza, a Carrara, dove Nuovo Pignone costruisce i cinque moduli che saranno il cuore energetico pulsante del progetto Gorgon per l’estrazione di gas naturale in uno dei luoghi più selvaggi e incontaminati della Terra: Barrow Island, in Australia.
Ciò che poteva sembrare, all’inizio, solo un’ulteriore complicazione per un’attività già di per sé sufficientemente complessa si è rivelata una spinta verso un approccio innovativo all’idea stessa di cantiere. Il nocciolo della questione è questo: il governo australiano presenta alla Nuovo Pignone un protocollo severissimo delle misure di sicurezza e tutela che è necessario impiegare nel corso dell’assemblaggio, montaggio e messa in funzione dei 5 enormi moduli richiesti: in soldoni, è necessario creare un’area di assoluto filtraggio e controllo di ogni possibile agente inquinante.
In inglese, è quarantine; in italiano, quarantena. Mettere in quarantena 40mila metri quadrati di yard, completo di uomini e attrezzature, sembra quasi impossibile.
Significa creare una sorta di enorme bolla decontaminata in cui uomini e mezzi lavorano in un’atmosfera il più possibile sterile.
La ratio di tutto ciò è la necessità di non contaminare con polveri, pollini, larve, minuscole uova, forme invisibili di muffe, funghi, spore, un ambiente delicatissimo, dall’equilibrio tenace eppure fragile nello stesso tempo che rischia di essere travolto e infranto da organismi estranei, innocui nel Mediterraneo, aggressivi in un ambiente che non ha potuto sviluppare difese. I tre punti essenziali di salvaguardia sono: proteggere l’unicità dell’ambiente naturale australiano; proteggere l’agricoltura australiana; proteggere la salute della popolazione australiana.
Di fatto, operare in questo senso era necessario, vista  l’impossibilità di pulire tutto completamente e con accuratezza alla fine, prima della spedizine dei Moduli. I fattori di rischio materiale della quarantena sono tutti gli insetti, tutti gli animali comprese crisalidi e farfalle, le piante e derivati vegetativi, il suolo (sia quello rimasto attaccato alle scarpe o agli oggetti) e materiali d’imballaggio.
Per ottenere il risultato di un’enorme spazio completamente decontaminato, le regole sono varie e assolute, e accompagano ogni momento della gioranta di operai e tecnici, ma anche delle fasi del lavoro. Vietato mangiare, bere, fumare nell’area: tutte azioni che si svolgono all’esterno. Per quanto riguarda le varie fasi della lavorazione, non basta la pulizia sistematica durante la costruzione del modulo, ma viene compiuta l’applicazione di prodotti chimici in modo altrettanto sistematico. Insomma, in linguaggio comune si direbbe che l’opera è “disinfettata” continuamente.

Alcune annotazioni possono sembrare, a una cultura del cantiere diversa come la nostra, fantascientifiche e francamente esagerate: all’entrata, ad esempio, ciascun “esterno” si deve sottoporre a una “spazzatura” di vento artificiale in una cabina d’ingresso che serve a “spazzolare” via polveri, pollini, ecc. Secondo passo, il passaggio su una sorta di tappeto mobile che con delle spazzole “spazzola” le suole delle scarpe. Terzo, la vestizione con tute, elmetto (antifortunistica) scarponi e occhiali per potere “passeggiare” all’interno dello yard.
In tutto questo, la programmazione e il mantenimento dell’atmosfera “protetta” su un’area grande come 4 campi di calcio hanno richiesto studio e progettazione allo staff della Nuovo Pignone, che ha fatto un percorso insieme allo stesso governo australiano. “In un certo senso, all’inizio insegnavano loro, ora possiamo dire di “insegnare” qualcosa noi” sorridono i tecnici dell’azienda.
“La vera innovazione – conclude Davide Iannucci, capo Divisione moduli Nuovo Pignone , impagabile guida alle meraviglie della yard – sta nel fatto che questa organizzazione del lavoro conduce a un cambiamento di mentalità che riguarda il modo stesso di fare cantiere. Alcune premesse, alcune impostazioni di fondo faranno sempre parte, d’ora in avanti del nostro sistema di lavoro, applicabili ad altre commesse, ad altri cantieri, come una sorta di valore aggiunto alla qualità e professionalità del lavoro”. In un certo senso, una conquista preziosa per tutta  la cultura italiana del lavoro. Al di là dell’applicazione estrema del caso in questione, questa tendenza al cantiere “pulito”, al controllo sul materiale “esogeno” avrebbe evitato alcune pericolose invasioni esterne: il cancro del cipresso, la farfallina che sta distruggendo gli antichi castagneti toscani.  

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