
Prato -È stato approvato dalla Giunta comunale il Protocollo d’intesa per la costituzione di una “Rete di sostegno e protezione per il contrasto della violenza alle donne nella Provincia di Prato”. I soggetti firmatari sono insieme al Comune di Prato, la Provincia di Prato, i Comuni di Cantagallo, Carmignano, Montemurlo, Poggio a Caiano, Vaiano e Vernio, Procura della Repubblica, Azienda USL Toscana centro, Società della Salute SDS Area Pratese e Miur – Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana XI ambito territoriale di Prato e Pistoia sede di Prato.
La violenza contro le donne è, ancora oggi, uno dei reati più diffusi. Un fenomeno presente in tutti i Paesi e che attraversa indiscriminatamente tutte le culture, etnie, livelli d’istruzione e fasce di reddito. Maltrattamenti fisici, vessazioni sessuali, violenze psicologiche, violenze sessuali sui bambini, pratiche tradizionali e culturali che mettono in pericolo la vita delle donne, sono all’ordine del giorno.
Pregiudizi culturali, fattori economici e talvolta giuridici mantengono la donna in posizione di vulnerabilità, la quale spesso è addirittura inconsapevole di essere una vittima oppure subisce in silenzio per paura di ritorsioni. La «violenza domestica»,è la prima causa di morte nel mondo per le donne tra i 16 e i 44 anni: più degli incidenti stradali, più delle malattie.I maltrattamenti sulle donne, ormai non sono più un fatto privato,ma una tragedia,e parlarne aiuta a far comprendere questi fatti a chi ne è estraneo,ma anche le vittime a ribellarsi e a salvarsi in tempo
In Italia, secodo il Rapporto Istat del 2014, sono 6 milioni e 788 mila le donne che hanno subito almeno una volta nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica, psicologica o sessuale, ovvero il 32% della popolazione femminile, con il 14% che afferma di essere stata oggetto di violenze da parte del partner.
A Prato, nel 2016, sono state 237 sono le donne che hanno chiesto aiuto e di queste, 131 erano residenti nel Comune di Prato, 47 nei restanti comuni della Provincia, 30 fuori Provincia, 11 fuori Regione, 8 erano prive di residenza mentre per 10 non è stato possibile rilevare i dati anagrafici.
Essendo quello della violenza un problema complesso – con aspetti e ricadute in ambito sanitario, economico, legale e culturale – che richiede un approccio integrato e multidisciplinare, è necessario vi sia una forte sinergia territoriale in grado di coinvolgere tutti gli enti competenti, così da contrastare l’uso della violenza nei rapporti interpersonali e garantire soccorso e sostegno alle vittime.Le cronache di questi giorni confermano poi la lunga scia di donne uccise o violentate:negli ultimi 5 anni si registrano 774 casi di omicidi di donne con una media di 150 all’anno il che vuol dire che in Italia ogni due giorni circa viene uccisa una donna(fonte Ministero dell’Interno).
Nel territorio della provincia di Prato da anni le istituzioni si sono dimostrate sensibili al fenomeno promuovendo e aderendo a reti di collaborazione. È già attiva dal 2010, infatti, una collaborazione interistituzionale tra i soggetti oggi firmatari del Protocollo, che andrà ad articolare le linee comuni di indirizzo e di intervento necessarie per costituire la rete territoriale di sostegno e protezione. La costituzione di una “rete”, agevolando la collaborazione, permette di attivare l’immediato intervento dei soggetti, così da intercettare capillarmente il fenomeno e di approntare strategie adeguate ed efficaci per il suo contrasto, insieme a strumenti di tutela delle vittime di violenza.
E proprio per ricordare una delle tante vittime di femminicidio, il prossimo martedì 13 novembre la Provincia di Prato intitolerà la Sala Giunta ad Elisa Amato, la ragazza pratese uccisa lo scorso maggio a colpi di pistola dall’ex fidanzato. All’intitolazione sarà presente anche una rappresentanza degli istituti superiori (Datini, Dagomari, Gramsci-Keynes, Cicognini e Rodari) che negli scorsi mesi hanno partecipato agli incontri sulle proposta di legge organizzari nelle scuole dal Comune e dalla Provincia di Prato e dall’associazione Senza Veli Sulla Lingua,che si muovono nella tutela dei diritti delle vittime e nella prevenzione.
Foto: Elisa Amato