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Voci dalla Grecia: “Non è questa l’Europa che avevamo in mente” Politica

Prato – Grecia dentro o fuori l’Europa?  Una domanda che si pongono in tanti, oggi più che mai, alle soglie di un discusso referendum voluto dal Primo Ministro greco  Tsipras, quando si è reso conto che sul tavolo delle trattative,  le banche europee, pur avendo messo una gran quantità di denaro per il salvataggio del suo paese da qui a novembre,non sarebbe stata sufficiente a  risollevare le sorti della economia della Grecia.

Il ricorso al referendum, non una novità  nella democraticissima penisola ellenica, è l’unico mezzo oggi possibile (sempre che si rechino a votare il 40% degli elettori), per sapere cosa  vuole effettivamente il popolo greco: se, cioè accettare le richieste dei creditori e dunque con una vittoria dei si, rimanere in Europa anche se questo significa le dimissione del  governo in carica, oppure se vincono i no,rinunciare all’Europa, alle sue politiche di austerità e rigore.

La Grecia oggi è l’unico paese europeo a rischio default a causa di una serie di scelte politico-economiche dei vari governi centrali che hanno favorito negli anni passati, l’ evasione fiscale e la corruzione, a cui si sono aggiunte una crisi strutturale che affonda le sue radici nel 2004 quando la Grecia dichiarò ai Paesi membri, per entrare in Europa, un rapporto deficit/pil inferiore rispetto al valore reale di allora, e tra il 2008 e 2009, la sofferenza dei settori trainanti della economia greca: il turismo e la distribuzione. Da allora ad oggi il popolo greco ha affrontato con grande dignità tutta una serie di privazioni e nonostante le politiche di messa in ordine dei conti affrontate dall’ultimo governo, la situazione economica resta sempre gravissima, e la popolazione  è allo stremo.

Toccante è stato il discorso di Manolis Glezos, simbolo della sinistra greca, eroe della Resistenza ed Eurodeputato di Syriza, fu lui nel maggio del 1941 insieme a Apostolos Santas ad ammainare la bandiera nazista dal Partenone, che a novantatré anni, durante una seduta del 24 giugno al parlamento europeo, ha preso la parola e in pochi minuti con  vibranti parole, a difesa della libertà di scelta del popolo greco, ha detto:”Rispetteremo la volontà di un popolo? Si o No? Il popolo greco ha deciso con le elezioni che non vuole prestiti, non vuole questo percorso, vuole costruire il proprio futuro. Lo rispetteremo,si o no? Non è una questione del popolo greco,e’ una questione di democrazia […..] Il popolo greco ha deciso e sta costruendo il proprio presente e futuro e non vuole essere attaccato dai suoi debitori. Le negoziazioni non hanno portato da nessuna parte. La soluzione era solo una: né rottura, né sottomissione, tra un anno venite e ne discutiamo. Se saremo in debito pagheremo, se non saremo in debito non dovremo pagare. E questo quanto volevo dire e dato che vado via dal Parlamento europeo tra venti giorni, voglio dire che ogni deputato risponda a questa domanda usando la propria coscienza! E sappiate che le mie parole vi seguiranno ovunque voi sarete e ovunque io andrò.”

Dunque un monito che è anche una assunzione di responsabilità verso quei governi europei che al Primo Ministro Tsipras chiedono il rispetto del programma di sostegno messo a punto anche dal Fondo monetario Internazionale. E’di oggi la notizia che la cancelleria tedesca Merkel non prenderà alcuna decisione in materia economica sul caso greco,se non dopo l’esito del referendum, ma ha ribadito che attualmente non c’è per la Grecia una terza via d’uscita, nonostante da oltre oceano la diplomazia statunitense prema perché il dialogo soprattutto tra i governi tedesco e greco, non si interrompi.

Un politico greco (che desidera rimanere anonimo) amico della imprenditrice toscana Benedetta Bernardini, affettivamente vicina  al popolo greco che considera forte e dignitoso, sui giorni difficili che attualmente sta vivendo il suo Paese si è così espresso : “La coerenza che non fa parte dei politici italiani fa parte dei politici greci . L’austerity imposta dall’Unione Europea non ha aiutato la Grecia. È aumentata la disoccupazione e ci sono stati molti suicidi . La Grecia vive solo di turismo non ha industria non ha altri fonti economiche. Le riforme di austerità imposte dalla CEE non risolverebbero i problemi della Grecia . Il popolo greco vede l’Unione Europea come l’Unione delle banche e delle multinazionali e non delle persone. Questa per loro non è Europa ma un Europa virtuale. L’Europa e’sempre stata orgogliosa della sua classe media che adesso sta scomparendo. La Grecia difende la classe media. La Grecia è la culla della civiltà ed è sempre stata contro la plutocrazia è stato il primo paese contro la plutocrazia. L’azione di Tsipras è un azione di un paese democratico. È stato eletto con il 66% e chiede a tutto il popolo una scelta. Con questa scelta Tzipras potrà anche perdere il suo ruolo ma è coerente con le promesse fatte al suo popolo nel momento in cui è stato eletto. Il referendum non è centrato  su uscire o no dall’Unione Europea ma su accettare o meno le politiche di austerity imposte dalla Germania. La borsa non è un problema le oscillazioni fanno parte del gioco. Le persone in carne ed ossa sono da proteggere. La Grecia è un’idea e le idee non muoiono. Veri leader che diedero vita all’Unione europea non immaginavano questo sistema politico.  Non è questa l’Europa che avevano in mente. Loro credevano in un’Europa unita per la sua gente, es: polizia europea. Negli ultimi 10 anni abbiamo burattini come leader. Burattini delle multinazionali e delle banche “.

Foto: l’imprenditrice Benedetta Bernardini sulle scale del Parlamento greco

 

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