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Wass di Livorno in vendita a consorzio franco-tedesco, altolà di Giani Breaking news, Economia

Livorno – La vicenda della Wass di Livorno, messa in vendita da Leonardo insieme alla ex Oto Melara di La Spezia a un consorzio franco-tedesco, sollevando giustificati timori da parte dei sindacati, dei lavoratori e del Comune di Livorno circa la tenuta dei posti di lavoro, regista la dura presa di posizione del presidente della Regione Eugenio Giani: “Come Regione chiediamo al Governo italiano la massima attenzione nel seguire la vicenda della vendita della Wass di Livorno a un consorzio franco-tedesco: sappiamo che esiste una proposta alternativa da parte di un atro gruppo italiano a controllo pubblico, e invitiamo il Governo a valutare anche l’esercizio del golden power”. Il golden power, introdotto nel 2012, identifica dei poteri speciali attribuiti dalla legge al governo, che comprende, tra gli altri, la facoltà di dettare specifiche condizioni all’acquisito di partecipazioni, di porre il veto all’adozione di determinate delibere societarie e di opporsi all’acquisto di partecipazioni.

L’operazione della vendita al consorzio franco-tedesco, osserva il presidente, “significherebbe la cessione di un altro pezzo dell’industria nazionale, in questo caso della Difesa. Rischiamo di perdere know how e posti di lavoro, nella misura in cui sappiamo che soggetti esteri potrebbero capitalizzare prodotti e know how e poi lasciare un problema occupazionale sul territorio”.

“Come Regione ci confronteremo con le organizzazioni sindacali, perché i lavoratori rappresentati non possono essere certo lasciati in situazione di insicurezza. Parliamo di almeno 350 posti di lavoro diretti e circa 50 di indiretti”.

Il presidente ricorda come le sinergie con le attività di Wass vadano oltre il solo ambito dell’industria della difesa, estendendosi anche a livello civile con la produzione di droni marini, già oggetto anche di finanziamenti regionali: “Un motivo in più per avere chiarezza a garanzie sulla continuità dell’attività e sulla preservazione del know how sviluppato in Toscana e ovviamente la tutela occupazionale”.

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